Accordo tra Med e Tesya, nasce un tender yacht a idrogeno made in Italy

Accordo tra Med e Tesya, nasce un tender yacht a idrogeno made in Italy

Realizzare e diffondere sul mercato italiano e internazionale il primo tender yacht a idrogeno. È questo l’obiettivo, già in avanzato stato realizzazione, dell’accordo stretto tra due storiche aziende del made in Italy: il gruppo Med, che da oltre 30 anni produce imbarcazioni per uso professionale e militare, e la Marine division di Tesya, azienda internazionale, con 28 sedi nel mondo, che fa capo alla famiglia Tedeschi e opera in diversi settori (dalle costruzioni alla transizione energetica, fino all’asset management e all’intralogistica automatizzata).

Il progetto, denominato H1, punta a coniugare lusso, tecnologia e sostenibilità, in una barca di 12 metri di lunghezza e 3,2 di larghezza, ideata per accogliere fino a 16 passeggeri e per la quale sono previsti tempi massimi di costruzione e consegna di otto mesi, a partire dall’ordine degli armatori.

Propulsione con celle a combustibile

H1 monterà a bordo un sistema propulsivo, messo a punto da Tesya, con celle a combustibile e alimentato a idrogeno verde compresso, che consentirà all’imbarcazione di navigare in aree marine protette (Eca) e in contesti di pregio naturalistico. Si tratta di una tecnologia sviluppata e collaudata dall’azienda (attraverso le controllate Cgt e Finanzauto) sulle due chase boat costruite da Bluegame (gruppo Sanlorenzo) e utilizzate, nell’ultima America’s Cup, dal team satunitense di America’s Magic e da quello francese di Orion Express. Barche che hanno percorso oltre 4mila miglia nautiche di navigazione effettiva, con una tecnologia che ora Tesya mette al servizio di un tender, il cui design è curato dall’architetto navale (e velista) Tommaso Spadolini.

La chase boat di coppa America, spiega Alejandro Benito, marine director del gruppo Tesya, «erano in grado di raggiungere una velocità di 50 nodi, con una propulsione sia a idrogeno che elettrica. Per H1 non intendiamo arrivare a una velocità così elevata ma l’idea è che sia intorno ai 35 nodi. La nostra Marine division, peraltro, normalmente fornisce soluzioni di propulsione per tutte le navi, non solo per il diporto ma anche per il cargo, in ogni segmento. Adesso abbiamo iniziato anche con la parte di elettrificazione, che è complementare ai motori che noi possiamo consegnare o fornire, nonché con la parte di combustibili alternativi: idrogeno, metanolo, ammoniaca; tutte soluzioni che stanno iniziando a essere applicate, per risolvere il problema delle emissioni di anidride carbonica».

Fonte: Il Sole 24 Ore