Addio 2020: dieci viaggi di spirito da fare nel nuovo anno

5. Kentucky: parchi, cavalli e due dita di bourbon

Patria del bluegrass, un genere musicale per certi versi simile al più noto country, terra di cavalli (qui si corre ogni anno il Kentucky Derby), di montagne e foreste mozzafiato, il Kentucky non avrà forse la capacità quasi mitica di attrazione della California o di New York ma in compenso ha il bourbon. Il whiskey (che si scrive con la “e”), ricavato principalmente dal mais, è ormai riconosciuto e bevuto in tutto il mondo. Spina dorsale di apprezzati cocktail come il Manhattan o il Boulevardier, benché possa essere prodotto anche in altri Stati dell’Unione ha la sua patria d’origine proprio qui. E qui si trovano numerose distillerie visitabili: da Jim Beam a Maker’s Mark, da Wild Turkey a Woodford Reserve. Tutte, tranne la distilleria di Jack Daniel’s, forse il bourbon che non vuole definirsi tale più famoso nel mondo, che si trova invece nel vicino Tennessee.

6. Svizzera: il ritorno della «fata verde»

Amato da poeti maledetti come Verlaine e Rimbaud, immortalato nei quadri di Manet e Degas, poi scomparso per novant’anni almeno da bar e ristoranti, l’assenzio è da qualche anno tornato in vita. Privo di qualsiasi elemento nocivo, il distillato ha il cuore della sua produzione, molto spesso artigianale, nella svizzera Val-de-Travers, Canton Giura. Qui, in mezzo a una natura che sembra ancora pressoché incontaminata, si incontrano giovani distillatori che si sono rimessi al lavoro a partire dal 2005, quando è caduto il divieto legale, con alambicchi scaldati a fuoco vivo e le botaniche che compongono la ricetta, dall’artemisia alla melissa e altre ancora, lasciate a essiccare nel solaio. Dal tenore alcolico particolarmente elevato, sfiora spesso i 70%, l’assenzio va bevuto diluito con acqua. Possibilmente seguendo il rito bohemienne che prevede anche l’uso di uno specifico cucchiaio forato e di una zolletta di zucchero.

7. Giamaica: rum e reggae

Terra natale di Bob Marley, la leggenda del reggae, e di Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo, la Giamaica è una delle mete più ambite per chi cerca o sogna la vacanza ai Caraibi. Un mare cristallino e caldo, un paradiso per subacquei, e un clima di tipo tropicale, ovvero con temperature alte e molto umide. Il che ha contribuito a favorire la diffusione di due particolari tipi di vegetali, la cannabis sativa e la canna da zucchero. La seconda ha dato vita alla produzione, come un po’ in tutti i Caraibi e in buona parte del Sud America, di eccellenti rum. L’isola vanta alcune delle migliori distillerie al mondo: dalla grande e nota Appleton alle più piccole ma molto quotate Hampden, Worthy Park e Monymusk.

8. Trentino: montagne e alambicchi

Solo il distillato di vinaccia prodotto in Italia può fregiarsi del nome “grappa”. Un prodotto della tradizione più povera, da tempo nobilitato dal lavoro dei tanti produttori sparsi su tutto il territorio nazionale. Ma se c’è una zona dove lo spirito italiano per antonomasia ha raggiunto uno status quasi simbolico questo è il Trentino, dove vi aspettano ventiquattro distillerie spesso a conduzione familiare da diverse generazioni. Riscoprire la tradizione, ma anche le nuove frontiere della grappa, tra monovitigni e uso delle barrique, è un buon motivo per raggiungere la provincia autonoma e godere come plus di una città suggestiva come Trento, della cucina locale e, naturalmente, delle favolose montagne che la circondano.

9. Varsavia: il museo dedicato alla vodka

Se la vodka sia nata in Polonia o in Russia è questione ancora aperta. Poco male comunque perché il distillato bianco per eccellenza – uno dei più venduti al mondo – ha ormai raggiunto vette d’eccellenza anche in altre nazioni, dalla Francia alla Svezia. Tuttavia solo Varsavia ospita un museo dedicato. Inaugurato nel 2018, guarda caso in un ex stabilimento produttivo proprio di vodka, il museo permette di scoprire tutti i segreti del distillato grazie a filmati e installazioni multimediali. Da non perdere ovviamente, alla fine del tour, il Bar ¾ dove godersi un cocktail a tema prima di andare a esplorare la capitale polacca partendo dall’elegante piazza del Castello, ricostruita in modo filologico dopo l’occupazione nazista.

Fonte: Il Sole 24 Ore