Alitalia, marchio in vendita al prezzo base di 290 milioni. Il punto su Ita

Mancano 28 giorni al 15 ottobre, la data prevista per l’avvio dei voli di Ita. La nuova società non ha ancora assunto il personale, i 2.800 addetti iniziali, per i contrasti con i sindacati sul nuovo contratto di lavoro e sugli esuberi. Intanto i commissari di Alitalia hanno dato il via alla gara per la vendita del marchio della vecchia compagnia. La gara per aggiudicarsi il brand Alitalia si svolgerà in due fasi, con anche la possibilità di rilancio del prezzo. Il prezzo a base – si legge nell’invito – è pari a 290 milioni di euro, oltre Iva e oneri fiscali ai sensi di legge. Il brand Alitalia sarà reso disponibile all’aggiudicatario entro il 31 dicembre 2021.

La gara per il marchio

Un annuncio è stato pubblicato sui giornali. «Nell’ambito della procedura di amministrazione straordinaria di Alitalia Sai, i commissari straordinari intendono procedere alla cessione del brand “Alitalia”», si legge nel breve avviso a pagamento pubblicato dalla terna commissariale (il bando è pubblicato anche sul sito dell’amministrazione straordinaria www.amministrazionestraordinariaalitaliasai.com) . Il bando prevede che da domani, sabato 18 settembre (alle 12 ora italiana) ed entro il 30 settembre (fino alle ore 24), gli interessati potranno inviare ai commissari straordinari le richieste di ammissione. La data room sarà poi aperta il 20 settembre. Entro il 4 ottobre le offerte vincolanti per la prima fase. Alla gara intende partecipare Ita, ma potranno partecipare anche altri vettori.

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l confronto con i sindacati

La trattativa con i sindacati sul contratto è ripresa il 14 settembre, dopo che il tavolo si era i interrotto l’8 settembre, per le divergenze tra le richieste di Ita e le attese dei sindacati. Il presidente esecutivo, Alfredo Altavilla, ha proposto stipendi per la nuova società che, secondo i sindacati, sono di circa il 38% inferiori a quelli di Alitalia. I piloti dicono che il taglio è del 40%. La segretaria nazionale Fit-Cisl trasporto aereo, Monica Mascia, ha parlato alla Camera di «riduzione media del 23% per tutte le categorie», ma altri sindacalisti hanno precisato che «si arriva al 23% solo se si incassa il premio del 15% per i risultati positivi dell’azienda». Il piano di Ita prevede utili solo dal 2024, quindi questa possibilità si realizzerebbe solo fra quattro anni, se le previsioni fossero rispettate.

Il nodo esuberi

Altro punto di discordia sono gli esuberi e gli ammortizzatori sociali. I sindacati dicono che si rischiano 7.700 esuberi, perché Alitalia ha 10.500 dipendenti e Ita in partenza intende assumere solo 2.800 addetti, con 52 aerei, meno di metà della flotta di Alitalia pre-Covid. «Il numero delle persone non può aumentare», ha detto Altavilla. Se aumenteranno i voli nel 2022, ci potrebbero essere altre assunzioni. I sindacati chiedono ammortizzatori sociali per tutta la durata del piano, fino al 2025, con la cigs almeno all’80% dello stipendio effettivo. Il governo non ha dato risposte, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, non ha convocato i sindacati. Per ora c’è solo la richiesta dei commissari di prolungare la cigs, che scade il 22 settembre, di un anno.

Due gare separate per manutenzione e handling

Le attività di manutenzione e handling saranno vendute con due gare separate. La previsione che circola fra i sindacati è che le gare possano essere fatte entro quest’anno. Ita, secondo la decisione finale della Commissione Ue, potrà partecipare solo a una parte di queste attività. Potrà avere la maggioranza nella società dell’handling e la minoranza nella manutenzione. Per quest’ultima un candidato è la Atitech di Gianni Lettieri.

Fonte: Il Sole 24 Ore