Beraldo: «Nel primo trimestre Ovs ha registrato vendite superiori al mercato»

Balzo di Ovs a Piazza Affari dopo il bilancio 2020, che ha visto il ritorno all’utile per 35,1 milioni di euro. Il titolo ha guadagnato il 10,21% a 1,49 euro anche alla luce di stime rosee per questo inizio 2021: l’anno per il gruppo Ovs sarà caratterizzato dal «ritorno alla crescita» anche se «le chiusure legate alla pandemia stanno ancora «interessando la nostra rete di negozi». Il ceo di Ovs, Stefano Beraldo, ha come nel primo trimestre 2021 le attese sulle vendite siano «superiori al mercato italiano dell’abbigliamento» con un «netto recupero della redditività rispetto al 2020», periodo in cui il lockdown aveva impattato lungo l’intera rete.

«Benché iniziato con una terza ondata di contagi e conseguenti misure restrittive, prevediamo per il 2021 un rilevante aumento delle vendite rispetto al 2020», ha dichiarato Beraldo, sottolineando che il gruppo attende «nel primo trimestre 2021 un andamento della topline che continuerà a sovraperformare il mercato dell’abbigliamento in Italia e un andamento della redditività in marcato recupero rispetto a quella del 2020». Inoltre, Beraldo ha detto che «la liquidità derivante dalla proposta di aumento di capitale approvato all’unanimità da parte dei nostri azionisti, fino a un potenziale di 80 milioni di euro, che è previsto si perfezioni entro luglio 2021, consentirà al nostro gruppo di accelerare ulteriormente il consolidamento del mercato dell’abbigliamento in Italia».

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La speranza, come si legge anche nelle slide di presentazione illustrate agli analisti, è che le azioni intraprese dal nuovo governo italiano, e la campagna di vaccinazione che sta progressivamente portando effetti positivi, aiutino per un graduale ritorno alla normalità, come avvenuto dopo il primo lockdown, con la convinzione che il settore dell’abbigliamento, finora tra i più colpiti dalle misure restrittive, «sarà anche tra quelli che beneficeranno maggiormente dei consumi post-pandemia».

Il bilancio 2020 torna in nero

Ovs ha chiuso il 2020 con un utile di 35,1 milioni, contro il rosso da 140,4 milioni dell’anno precedente, in virtù di un di effetto positivo sulle imposte da 95,1 milioni derivante dal riallineamento fiscale delle insegne Ovs e Upim (il dato rettificato è in perdita per 4,8 milioni, contro l’utile da 57,7 milioni precedente). I ricavi sono calati del 26% a 1,017 miliardi (-25,7% a 1,018 miliardi il dato rettificato), comunque meglio rispetto all’andamento del mercato “fisico” (-37%), cosa che ha fatto salire la quota di mercato di Ovs dall’8,1% all’8,4%. Le vendite realizzate attraverso il sito ovs.it sono aumentate del 63%, il doppio rispetto alla crescita del canale di riferimento in Italia.

A livello di redditività, il margine operativo lordo (Ebitda) si è attestato a 205,1 milioni (rettificato -53,3% a 72,9 milioni) e l’Ebit è stato negativo per 1,7 milioni (rettificato -85,6% a 14 milioni). La posizione finanziaria netta rettificata è pari a 401 milioni, con un assorbimento di cassa causato dalla pandemia contenuto, soprattutto grazie alla tempestiva azione di contenimento costi e di riduzione degli ordinativi di merce.

Fonte: Il Sole 24 Ore