Berlusconi indispensabile per la vittoria di Lega e FdI

Le recenti elezioni comunali sono servite a Salvini e Meloni a riscoprire l’acqua calda. Che «uniti si vince e divisi si perde». Il recente “patto di Villa Grande” siglato nella casa romana di Berlusconi contiene due elementi. Il primo è il riconoscimento che tre partiti con tre linee diverse non fanno una coalizione credibile e quindi competitiva. Il patto però non ha chiarito quale sarà la linea comune della coalizione. Salvini rinuncia alla politica del piede in due staffe? La Meloni rinuncia alla opposizione al governo Draghi ? O sarà Berlusconi a rinunciare al suo moderatismo?

Niente riforma proporzionale

Si vedrà. L’altro elemento è l’accordo sul rigetto di una riforma elettorale proporzionale. I tre leader del centrodestra vogliono andare al voto con l’attuale sistema oppure con un sistema sempre maggioritario, anzi più maggioritario, ma senza collegi uninominali. Quest’ultimo è il sistema su cui stanno lavorando Dario Parrini per il Pd e Roberto Calderoli per la Lega.

Il vincolo del Rosatellum

Si dice che Berlusconi sia affezionato al bipolarismo e quindi a sistemi elettorali maggioritari. Non è vero. Berlusconi è un opportunista. Il suo partito è un paradosso. Uno dei tanti della politica italiana. È il più piccolo dei tre ma il suo pacchetto di voti ha una utilità marginale elevata. Senza Forza Italia con il suo minuscolo 7% Salvini e Meloni non possono vincere le prossime elezioni. La tabella qui pubblicata fa vedere perché. Ricordiamo che il Rosatellum prevede l’assegnazione del 63% di seggi con formula proporzionale e il restante 37% in collegi uninominali con la formula della maggioranza relativa. Dunque, se nel 2023 si andasse a votare con il Rosatellum, cosa probabile, Lega e Fdi con il loro 40% dei voti otterrebbero circa il 40% dei seggi proporzionali ma avrebbero bisogno di vincere il 70% dei collegi uninominali alla Camera per arrivare alla maggioranza assoluta dei seggi (201). Questo non è un obiettivo alla loro portata.

Con Berlusconi, a Lega e FdI basterebbe il 60% dei collegi

Se invece Berlusconi si presentasse alle prossime elezioni insieme a Salvini e Meloni la tabella ci dice che con il 47% dei voti basterebbe meno del 60% dei seggi maggioritari per arrivare alla maggioranza assoluta. E questo è un obiettivo credibile se i sondaggi di domani confermassero i dati dei sondaggi di oggi che danno il centrodestra unito per l’appunto al 47% circa.

Berlusconi decisivo anche se corre da solo

Berlusconi dunque è indispensabile. Il “patto di Villa Grande” nasce da questo dato di fatto. Ma il bello è che Berlusconi sarebbe indispensabile anche se non si presentasse insieme a Lega e Fdi. Infatti se il Cavaliere abbandonasse Salvini e Meloni è possibile che nessuna delle due coalizioni – Pd-M5s da una parte e Lega-Fdi dall’altra – conquistino la maggioranza assoluta dei seggi. La conseguenza sarebbe che Berlusconi (ma eventualmente anche Carlo Calenda e magari come è successo in passato i deputati “esteri”) avrebbero in mano i seggi decisivi per formare un qualunque governo. Per neutralizzare questa prospettiva la sola strada sarebbe quella di un accordo che coinvolga tre dei quattro partiti maggiori.

Fonte: Il Sole 24 Ore