Brixton Cromwell 1200, arriva dall’Austria l’anti-Bonnie

Il nome richiama l’Inghilterra, perché è quello di un quartiere di Londra, ma l’anima è austriaca: Brixton è infatti un marchio che Ksr, gruppo con sede centrale a Gedersdorf, 70 km a nord-est di Vienna, ha presentato a Eicma nel 2016. In questi sei anni Brixton ha creato una famiglia di moto di piccola cilindrata, 125 e 250 cc, che hanno riscosso l’approvazione del pubblico. Nel 2022 Brixton ha deciso di crescere (di molto) di cilindrata presentando la Cromwell 1200, che sfoggia un look classico, con cerchi a raggi (18” davanti e 17” dietro), faro tondo (ma a led che ben si sposa con i piccoli indicatori di direzione), serbatoio a goccia da 16 litri e due terminali di scarico. Nel mirino di Brixton c’è il modello classic-retrò per eccellenza, la Triumph Bonneville, che da anni riscuote il placet dei motociclisti più maturi (e non solo).

Com’è fatta

La Cromwell 1200 monta un inedito bicilindrico in linea di 1.222 cc, quattro valvole per cilindro e raffreddamento a liquido, attorno al quale la moto è stata progettata. Il valore della potenza massima non segue la tendenza attuale che predilige i propulsori vitaminizzati: 83 cv a 6.550 giri, anche se è la coppia massima di 108 Nm a 3.100 giri a promettere parecchio divertimento su strada. Al motore è associata un’elettronica moderna, con controllo di trazione disinseribile, Abs Bosch, acceleratore ride by wire, due mappature del motore (Eco e Sport) e cruise control. La componentistica è giapponese e di qualità; la Cromwell 1200 monta, infatti, un impianto frenante Nissin (doppio disco anteriore da 310 mm con pinze a doppio pistoncino e disco posteriore da 260 mm) e sospensioni Kayaba abbinate al telaio in acciaio: forcella a steli tradizionali da 41 mm con soffietti parapolvere (insieme con la coppia di scarichi, faranno la gioia degli amanti delle “moto di una volta”) e doppio ammortizzatore posteriore regolabile nel precarico. Moderna ed essenziale la strumentazione: è composta da un tft circolare a colori dal doppio layout, chiaro e leggibile in modalità Sport, molto meno in Eco; di lato, ben nascosta, c’è una presa Usb.

Come va

Seduti sulla Cromwell 1200 si sta comodi, a 800 mm da terra: considerata la ridotta larghezza della sella, è facile un po’ per tutti poggiare entrambi i piedi a terra; il passeggero ha una discreta porzione di sella ma non maniglie cui aggrapparsi (c’è solo la striscia di pelle a metà sella imposta dalla normativa). Entrambe le leve sono regolabili nella distanza dal manubrio: bene, chi ha mani piccole può gestirle al meglio. Ben fatti i blocchetti elettrici, con i tasti messi al posto giusto: sulla sinistra troviamo quello del cruise control e quello della scelta del riding mode (va premuto per tre secondi per passare da uno all’altro).

I movimenti da fermo denunciano tutti i 235 kg in ordine di marcia di cui è accredita la moto austriaca, ma, inserita la prima (peraltro in modo silenzioso) e messe in movimento le ruote, la moto sembra alleggerirsi di molto e diventare più agile: è una qualità che si apprezza particolarmente quando si deve passare tra le auto ferme in coda. Fin nella prima parte del contagiri, grazie allo spunto del bicilindrico, si scatta veloci al semaforo e si possono effettuare sorpassi in sicurezza. Ben tarato anche il cambio, che offre innesti precisi e netti: non sbaglia un colpo e, inoltre, è dotato di una frizione antisaltellamento che nelle scalate più brusche aiuta a mantenere il controllo della moto. A ciò collaborano anche le sospensioni che proteggono bene la schiena del pilota assorbendo le asperità di pavè e i dossi, anche se sulle buche più dure il doppio ammortizzatore si è rivelato un po’ brusco. Le due modalità Eco e Sport non modificano i valori di potenza e coppia ma la velocità di apertura delle valvole a farfalla: in Sport si aprono più velocemente, rendendo il motore “diretto” e molto più aggressivo sull’acceleratore.

Ne deriva un leggerissimo effetto “on-off” all’apertura del gas nelle marce basse, anche se alla fine diventa una nota caratteriale del modello che in effetti acquista più grinta in Sport. Anche se, in realtà, la Cromwell 1200 non nasce per correre, ma per essere guidata in modo rotondo, senza eccessi e “staccate al limite”, ma sfruttando la coppia e usando il cambio il minimo indispensabile, ammirando il paesaggio che scorre intorno a sé. In definitiva, la classica di Hinckley ha trovato una degna avversaria, che ha il vantaggio immediato di un prezzo molto aggressivo: 10mila euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore