Bulgarella investe 35 milioni in Toscana e scommette nel rimbalzo post-pandemia

Il Gruppo Bulgarella ha cento anni di storia e radici nel mondo delle costruzioni, ma è a partire dalla metà degli anni Settanta che l’attuale presidente Andrea Bulgarella decide di investire nel settore hospitality con i primi alberghi sul mare a Trapani, in Sicilia.
«Attualmente – spiega il direttore generale Ray Lo Faso – il Gruppo Bulgarella dispone di 26 alberghi di proprietà tra Veneto, Toscana e Sicilia, per un valore patrimoniale di circa 250 milioni di euro e diventeranno 30 entro il 2023».

Un valore che, se si considera legato ai risultati di gestione dell’ultimo anno, causa Covid, può aver subito «un 15-20% di calo – osserva Lo Faso – ma bisogna tenere presente che in questa fase gli asset italiani riscontrano l’interesse di diversi fondi e gruppi stranieri propensi ad investire nei 5 stelle e in strutture di pregio che hanno caratterizzato il territorio. Interesse che consente di mantenere pressoché invariato il valore patrimoniale dei nostri asset in portafoglio. Il calo dei valori riguarda prevalentemente gli hotel a 4 stelle ubicati in location cittadine».

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Nuovi investimenti

Il processo di trasferimento della gestione alberghiera a terzi da parte del gruppo è avvenuto a partire dal 2015, «decisione che ha permesso di attirare investitori internazionali, oltre che italiani, con competenze e know how consolidati», aggiunge il manager.
Ad oggi, Bulgarella gestisce direttamente soltanto due piccole strutture, il Room of Andrea di Trapani e il resort Venere di Erice in Val d’Erice.
Per il 2021 e il 2022 il gruppo ha destinato agli investimenti un budget di 35 milioni di euro, che serviranno per aprire a luglio di quest’anno l’Hotel Cube a Firenze, «un progetto futuristico di 94 camere che ripropone il cubo di Rubik e due progetti già cantierizzati che riguardano l’Hotel Bristol di Viareggio (90 camere) e l’Hotel Granduca a San Giuliano Terme (200 camere), in apertura il prossimo anno».

Le difficoltà dei gestori

In una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo sono, in particolare, i gestori che fanno fatica a pagare i canoni d’affitto e chiedono di rinegoziare i contratti. «Per quanto ci riguarda abbiamo mantenuto una strategia uniforme con i gestori – replica Lo Faso – accettando la cessione del credito d’imposta. D’altra parte i ristori messi in campo per le proprietà da parte del governo non ci consentono ulteriori negoziazioni. Tenga presente che noi dobbiamo sborsare circa 100mila euro ad albergo a titolo di Imu».
Il modello di sviluppo futuro del gruppo prevede di continuare a investire e a credere nelle opere di recupero di immobili di qualità, convertendoli in strutture ricettive di pregio, in grado di incidere sul tessuto urbano con ricadute economiche per il territorio.

Tra gli interventi di restyling su opere di valore architettonico e storico c’è quello che riguarda il resort Monasteri Golf Resort di Siracusa (40 milioni di investimento), un 5 stelle di 102 camere con centro benessere e campo da golf a 18 buche, ex masseria fortificata dell’800, e che ha attirato il gruppo Radisson, il brand che dal 2021 si occuperà della gestione. Anche il modello ibrido è tenuto in considerazione dal gruppo, come dimostra il progetto di ristrutturazione del Tower Plaza a Pisa, che avrà una parte alberghiera in formula 5 stelle con 110 camere e un’area residenziale con una trentina di appartamenti.
Il trend delle prenotazioni, intanto, assiste a «micro cicli economici, come lo scorso anno – conclude il manager –. Tutto dipenderà dalle aperture agli spostamenti e dalla situazione vaccinale. Non appena si apre un varco abbiamo riscontrato che il mercato risponde velocemente». In base ad uno studio di fattibilità, il gruppo ha individuato in 40 milioni di euro circa il fatturato annuo prodotto dalle 26 strutture in epoca pre-Covid.

Fonte: Il Sole 24 Ore