Buste di insalata pronta addio? Tra Covid e prezzi alti prima frenata della IV gamma

Insalata in busta tagliata e lavata, solo da condire, e verdure già pulite, pronte da cuocere. In termini tecnici si tratta dei prodotti della IV gamma dell’ortofrutta. Un segmento in continua espansione fino a prima della pandemia e che invece con il Covid ha subito una battuta d’arresto. È il contraltare del ritorno in cucina avvenuto durante il lockdown: tutti ricorderanno quanto eco ebbe la difficoltà a trovare una bustina di lievito nei supermercati.

A fare il punto sul comparto è un report Ismea secondo cui «nel 2020, gli ortaggi IV gamma in Italia hanno segnato il loro primo cedimento: -4,1% la flessione dei volumi venduti presso la Gdo e ancor più evidente la riduzione della spesa: -5,6% rispetto al 2019 per via di prezzi medi più contenuti».

Loading…

Nei primi due mesi del 2021 le vendite hanno messo a segno un +1,1% in termini di volume rispetto all’analogo periodo del 2020, ma i prezzi medi inferiori hanno lasciato in terreno negativo la spesa, che si è attestata a -1,4%.

Il costo di questi prodotti, sebbene in lieve contrazione (nel 2020 in flessione media del 5%) risulta comunque ancora consistente, basti pensare che sulle insalate la differenza di prezzo tra prodotto in cespo e prodotto in busta è del 329% (2,19 euro contro 7,21 euro al chilo), dato che per le carote sale 345% (1,28 euro contro i 4,39 euro al chilo per il prodotto lavato e tagliato).

Il segmento degli ortaggi pronti al consumo «è passato quindi da “trainante” in positivo per il comparto – nota Ismea – a “trainato”, è infatti l’unico segmento della categoria ortaggi che nel 2020 si è mosso in controtendenza rispetto alla dinamica dell’intero comparto, dato che il valore totale degli acquisti domestici degli altri ortaggi freschi nel 2020 è cresciuto del 10,7%, rispetto al 2019, e il valore delle vendite alla gdo degli ortaggi trasformati è cresciuto dell’8,7%».

Fonte: Il Sole 24 Ore