
Byd, vendite record a febbraio, anche per l’export. Corrono Geely e Xiaomi
L’Europa tra opportunità e ostacoli
L’Unione Europea ha imposto dazi più severi sui veicoli elettrici cinesi (entro fine marzo è atteso un nuovo round di trattative tra Bruxelles e Pechino), ma BYD non si è fatta trovare impreparata. Dopo aver annunciato uno stabilimento in Ungheria, il marchio sta valutando un terzo sito produttivo in Europa, con una decisione attesa nei prossimi 18 mesi. Inoltre, BYD sta pensando di produrre batterie direttamente nel continente, una mossa strategica per aggirare i dazi e rendere i suoi modelli ancora più competitivi.
Nonostante le difficoltà, BYD ha già superato MG (marchio di SAIC) nelle vendite europee di gennaio. Un segnale chiaro: nonostante il rallentamento della domanda di veicoli elettrici, l’Europa rimane attraente per le case cinesi, che in genere possono spuntare prezzi più alti rispetto al loro paese, dove infuria la guerra dei prezzi.
La sfida nel Sud-est asiatico
Se l’Europa pone ostacoli con la regolamentazione, nel Sud-est asiatico BYD si scontra con un’altra realtà: il dominio dei marchi locali, come VinFast. In Vietnam, ad esempio, gli showroom BYD non attirano ancora abbastanza clienti, mentre quelli VinFast sono sempre affollati, grazie a una solida rete di ricarica e a una strategia commerciale ben studiata.
Il problema principale? In molti paesi della regione, l’auto elettrica è ancora vista come un lusso, più che una necessità. In Indonesia, le vendite di Ev hanno raggiunto 43.188 unità nel 2023, ma rappresentano ancora una piccola parte del mercato complessivo. In Thailandia, nonostante gli incentivi statali, le vendite di auto elettriche sono calate del 9,3% nel 2024, segno che il mercato ha ancora molta strada da fare.
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Fonte: Il Sole 24 Ore