Calabria terra arcaica tra paesaggi montani incontaminati e mare verde intenso

«Hai presente l’Irlanda, fra le destinazioni turistiche più gettonate, remota, selvaggia, poco antropizzata? Bene, la Calabria lo è di più. Una bellezza quasi violenta nelle sue aree interne, tra paesaggi montani incontaminati e borghi poco abituati al turismo, eppure così ospitali, accoglienti per vocazione!». Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia, scopre la Calabria e le dedica una guida che a poche settimane dalla sua uscita è già sell out. Su Amazon risulta fra le pubblicazioni più richieste.

I viaggi di Lonely Planet

Del resto, parliamo di un’istituzione in fatto di viaggi: la casa editrice nasce negli anni ’70 dall’esperienza di Tony e Maureen Wheeler: si conoscono su una panchina di Regent’s Park, fanno coppia e decidono di attraversare l’Asia lungo la rotta hippy, proseguendo fino all’Australia, passando per il Bosforo, l’Iran, l’India, il Myanmar e l’Indonesia. La loro avventura diventa un libro, rilegato in casa e venduto in proprio. Poi un altro viaggio e un’altra guida. E già dal 1984 si preannunciano come la più grande casa editrice indipendente del mondo, specializzata in viaggi. La Edt, in Italia, è partner dal 1992.

In viaggio tra mare e monti

Il racconto della Calabria è dettagliato e appassionato, invita al viaggio. E non solo per il mare ma anche per le alture e le vette che contraddistinguono i territori: gli autori, un piemontese, un valdostano e un veneto – Remo Carulli, Denis Falconieri, Piero Pasini -, che di montagna se ne intendono, hanno visitato i parchi naturali della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte e sono rimasti abbagliati dalla straordinaria biodiversità, dalla molteplicità dei paesaggi e dal ricco patrimonio culturale custodito nelle vallate: al santuario di Polsi, dentro l’Aspromonte più impervio, come sull’Himalaya. Nella cattolica di Stilo, alle pendici del monte Consolino, in origine residenza minimale degli eremiti o forse, un tempo, oratorio musulmano, come in un monastero bizantino del Peloponneso. In Sila, nell’abbazia florense di San Giovanni in Fiore, dove si ritirò nel silenzio l’abate Gioacchino da Fiore, come tra le pagine del suo profetico Liber Figurarum.

Una terra mistica, arcaica, mitologica

Mistica, arcaica, mitologica, con insediamenti rupestri (Zungri, «una piccola Petra del Sud Italia»), aree sacre (Capocolonna, testimonianza del santuario dedicato a Hera Lacinia, divenuta simbolo della Calabria), siti paleolitici (la Grotta del Romito, all’interno di una rupe calcarea vicina al fiume Lao, con il bassorilievo del Bos primigenius). Tra le pietre antiche, anche le misteriose sculture megalitiche di Campana, e altre eccezionali testimonianze del mondo antico, dal mosaico policromo con draghi, delfini e ippocampi dell’Antica Kaulon ai Bronzi di Riace, in esposizione al Museo archeologico di Reggio Calabria. Monumentale, la Calabria, perfino nel paesaggio, con il Platano di Curinga, piantato più di 1000 anni fa dai monaci Basiliani che abitavano il vicino Eremo di Sant’Elia, i Giganti di Fallistro, pini larici e aceri montani che risalgano al ‘600, cresciuti fino a superare i 40 metri di altezza. E la fiumara dell’Amendolea, nella Calabria greca: «un gigantesco nastro d’argento, la più maestosa tra le fiumare calabre scende dall’Aspromonte e scintilla con regalità fino allo Ionio».

Le coste del Tirreno e dello Ionio

Poi il mare, «sbalzato dalle correnti in toni verde intenso sull’azzurro», come scriveva Leonida Repaci: al nord le formazioni rocciose della costa tirrenica, dall’Acro Magno di San Nicola Arcella agli Scogli d’Isca, nel parco marino di Amantea. Più giù, le baie, le calette e le terrazze spalancate sull’azzurro di Pizzo, Nicotera, Tropea, Capo Vaticano. È la costa degli Dei, che più a sud diventa Costa Viola con Scilla, Bagnara e Palmi. Sullo Ionio, la costa degli Aranci, nel Golfo di Squillace (Soverato, Badolato, Caminìa, verso l’interno Tiriolo, la “Terra dei Feaci”, da visitare al tramonto per godere del panorama sui due mari, quella dei Gelsomini, con spiagge bianche e calanchi fiabeschi, i borghi della Locride ricchi di storia e tradizioni e gli echi letterari di Corrado Alvaro, Saverio Strati e Mario La Cava. In molti casi, per raggiungere il mare «bisogna attraversare imprudentemente la ferrovia o farsi suggerire qualche passaggio segreto dagli abitanti del posto», segnalano gli autori della Lonely Planet. Come a Samo, costa selvaggia e impenetrabile, patria dello scultore Pitagora da Reggio, che alcuni studiosi considerano l’autore dei Bronzi di Riace. Ma la questione è dibattuta e se ne discute ancora a 50 anni dalla loro scoperta (16 agosto 1972).

Fonte: Il Sole 24 Ore