Carni bianche, crescono export e consumi con i «pronti da cuocere». Resta l’allarme costi

Tra aumento dei consumi in casa (anche grazie alla crescita delle preparazioni “pronte da cuocere”) e calo del fuori casa, è positivo il bilancio delle carni bianche italiane, una filiera che soddisfa completamente il fabbisogno nazionale e che cresce anche oltreconfine, con l’export che torna a crescere nei primi sei mesi del 2021 (+4% a volume, a fronte di una produzione di 511.228 tonnellate di pollo e 152.709 tonnellate di tacchino).

La fotografica è scattata dall’associazione di settore Unaitalia alla vigilia di FierAvicola 2021, la più importante fiera in Italia e in Europa per il settore in programma a Rimini dal 7 al 9 settembre.

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Con il 35% delle quote di mercato a volume, le carni avicole rimangono le preferite e le più acquistate dagli italiani, seguite dalle bovine (33%) e suine (21%). Il trend della spesa in aumento è confermato da +1% nel primo trimestre su dati Ismea. Risultato della parziale conversione dei consumi fuori casa in domestici combinata al valore aggiunto dei prodotti. Quello avicolo, rileva Unaitalia, è infatti il settore zootecnico che più di tutti ha sviluppato la linea degli elaborati e dei confezionati, dando negli ultimi dei anni maggior durabilità e flessibilità a una buona parte della produzione.

«Fieravicola è un importante momento di confronto verso gli obiettivi del Green Deal – ha detto il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini -–un settore totalmente autosufficiente e fiore all’occhiello della zootecnia italiana, che sta mostrando buoni segnali di ripresa sui mercati esteri che ci fanno ben sperare, dopo un 2020 frenato dall’emergenza Covid».

Il settore – 6mila allevamenti professionali e 64mila addetti (38.500 allevatori e 25.500 addetti alla trasformazione – è cresciuto nel 2020, realizzando un fatturato di 5,7 miliardi di euro (+3,8% sul 2019). Permane però una forte incertezza sul fronte della redditività, evidenzia il presidente, visto il rialzo vertiginoso dei prezzi delle materie prime che non accenna ad arrestarsi.
Tema che Unaitalia affronterà con le istituzioni nel corso della fiera. «In un mondo che guarda al benessere animale e alla sostenibilità – commenta Forlini – non si può dimenticare la sostenibilità sociale ed economica. Occorre lavorare su meccanismi che, a livello internazionale, consentano di proteggere i beni alimentari di prima necessità dalle speculazioni finanziarie, con le materie prime dovrebbero godere di una sorta di franchigia».

Fonte: Il Sole 24 Ore