Caro energia e burocrazia allarmano il cargo ferroviario

Grido d’allarme delle imprese ferroviarie che operano nel trasporto merci, alle prese con molteplici emergenze. Giusto per citarne alcune: il prezzo dell’energia elettrica da trazione richiesto alle imprese ferroviarie da Rfi (il gestore dell’infrastruttura) è aumentato del 128% nel periodo ottobre 2020/ottobre 2021; la riduzione della velocità dei treni merci decisa lo scorso 2 novembre dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansfisa); l’adeguamento alle tecnologie Ertms, che obbliga le imprese ad adattare i propri locomotori con una completa revisione degli apparati tecnologici di bordo, operazione che va poi certificata e omologata con un lungo periodo di fermo del mezzo; complicazioni operative introdotte dal nuovo regolamento di circolazione ferroviaria. Emergenze dalle quali, secondo le imprese, deriveranno pesanti contraccolpi economici.

La lettera

Fercargo (l’associazione che riunisce le imprese private) e Mercitalia Rail (Gruppo Fs) hanno inviato una lettera al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, chiedendo un’azione immediata a sostegno del settore. La posta in gioco è alta: dalla salute del cargo ferroviario dipende la possibilità concreta di attuare lo shift modale, cioè il trasferimento di quote crescenti di merci dalla strada alla ferrovia.

La lettera, di cui «Il Sole 24 Ore» è entrato in possesso, è firmata da Luigi Legnani, presidente Fercargo e Maria Giaconia, amministratore delegato di Mercitalia Rail.

Spiega Legnani: «Il trasporto ferroviario delle merci è diventato in questi ultimi anni il perno essenziale di qualsiasi politica dei trasporti volta e migliorare la sostenibilità della circolazione delle merci, a facilitare il conseguimento di qualunque obiettivo di decarbonizzazione e permettere al sistema logistico italiano di sviluppare l’intermodalità». Per queste ragioni, le imprese del cargo ferroviario auspicano la creazione di condizioni che ne permettano lo sviluppo e il rilancio.

Continua Legnani: «Purtroppo, in questo momento, non solo tutto ciò non sta accadendo, ma il comparto si trova a dover affrontare una serie di circostanze negative, legate a provvedimenti emanati di recente, che rischiano addirittura di comprometterne l’esistenza».

Fonte: Il Sole 24 Ore