
Cersaie, costi energetici al centro del dibattito
Più spazio, più espositori e, si spera, più visitatori. Ma, soprattutto, un’esperienza più ricca e variegata per gli operatori professionali che esporranno e visiteranno a Bologna, dal 22 al 26 settembre, la 42esima edizione di Cersaie, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno, organizzato da Confindustria ceramica con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e in collaborazione con BolognaFiere.
Un nuovo percorso esperienziale
Perché, come ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione il presidente della commissione attività promozionali e fiere di Confindustria Ceramica, Filippo Manuzzi, nell’epoca dell’intelligenza artificiale, in cui i prodotti ceramici possono essere facilmente fatti vedere e conoscere in tutto il mondo, per attrarre in fiera i professionisti del settore è necessario proporre loro un’esperienza a 360 gradi della cultura, dello stile e dei valori che stanno alla base di quei prodotti. Un’esperienza di cui sono parte integrante – oltre al percorso fieristico in senso stretto – anche la città, con il suo patrimonio artistico e culturale, le eccellenze enogastronomiche del Paese e (tema assai spinoso) la capacità del territorio di accogliere per cinque giorni operatori da tutto il mondo, mettendo a disposizione infrastrutture e servizi all’avanguardia ed efficaci.
Le sfide della filiera
La fiera deve essere inoltre il luogo in cui l’industria e il mercato della ceramica e dell’arredobagno possano incontrarsi per discutere non solo di tendenze stilistiche e produttive, ma anche di strategie e scenari globali, in un contesto internazionale che presenta crescenti difficoltà per le imprese del settore: oltre 250 realta, con 26mila addetti, che nel 2024 hanno generato un fatturato alla produzione di 7,5 miliardi, per l’82% all’estero. A cominciare dai dazi americani, che mettono a rischio uno mercato fondamentale per l’industria italiana della ceramica, e dalle tante guerre e tensioni geopolitiche in corso nel mond. Anche se, ha aggiunto Mannuzzi, a preoccupare le imprese è soprattutto la questione dei costi energetici, che mette a rischio la competitività delle aziende italiane e che non a caso sarà al centro del convegno inaugurale, lunedì 22 settembre.
Un tema su cui si è soffermato anche il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, che ha ribadito la necessità di interventi forti, da parte del governo italiano e dell’Europa, a sostegno delle imprese in materia di energia: «È il momento di fare un’operazione ponte sui sistemi dei costi dell’energia, dato che in Italia sono tra i più alti al mondo. Abbiamo bellissime imprese del made in Italy, che tuttavia non faranno capacità produttiva proprio a causa dei costi energetici». Per questo, è necessario inserire, nel prossimo decreto, il tema della calmierazione dei prezzi, sulle imprese e sulle famiglie, per trovare una soluzione, ha aggiunto Colla, che all’Europa chiede invece di «mettere a terra la bussola competitiva, le grandi filiere strategiche, per recuperare sovranità tecnologica, perchè senza non c’è sovranità politica e non c’è valore aggiunto per fare welfare e ho il timore che ci troviamo schiacciati tra la Silicon Valley e la Cina».
I numeri di Cersaie 2025
Ma vediamo i numeri e le novità di Cersaie: con 155mila metri quadrati (10mila in più rispetto allo scorso anno) la manifestazione ridefinisce la disposizione degli stand dei 620 espositori totali (di cui circa il 40% rappresentati da 28 differenti Paesi esteri). I padiglioni 31-32 sono adibiti ai materiali non ceramici, alle finiture d’interni e al settore arredobagno-wellness, mentre il nuovo padiglione 19 amplia di mille metri quadrati l’area espositiva del Settore Posa (+35%). «I Portici di Cersaie» disegnano inoltre un nuovo ingresso per la fiera: ai tornelli d’Ingresso Costituzione il visitatore verrà accolto da un percorso fotografico che porta alla piazza principale (The Square), un progetto a cura dell’architetto Dario Curatolo.
Fonte: Il Sole 24 Ore