Cinecittà, investimenti da 195 milioni per dare vita alla Hollywood europea

Crescita dei ricavi commerciali dai 16,4 milioni di euro messi a budget per il 2021 ai 44,7 milioni nel 2026. Quanto ai margini, le previsioni sono per un Ebitda positivo (700mila euro) a partire dal 2022, per approdare al 2026 con un Ebitda margin del 10 per cento. Il risultato netto resterà negativo nel 2022 (-384mila euro) per poi cambiare di segno nel 2023 (668mila euro) e crescere fino all’utile da 4,7 milioni nel 2026. Sono i numeri e le prospettive di Cinecittà contenuti nel piano industriale 2022-2026 di quella che, stando alla definizione del ministro della Cultura Dario Franceschini, ha tutte le carte in regola per porsi come una «Hollywood europea», centro della produzione audiovisiva all’avanguardia in Europa.

Un contesto di mercato favorevole

«Il piano – spiega al Sole 24 Ore l’amministratore delegato di Cinecittà, Nicola Maccanico – nasce dall’esigenza di fondo di costruire una nuova Cinecittà: un’eccellenza in grado di dimostrare che la proprietà pubblica (è tornata sotto il controllo pubblico nel 2017 e la legge di Bilancio per il 2021 ne ha previsto la trasformazione da Srl in Spa, ndr.) non implica necessariamente una minore competitività sul mercato». Non a caso è stato chiamato alla guida un manager come Maccanico, sul mercato da tempo nel settore privato, con un passato in Warner Bros prima di ricoprire la carica di executive vicepresident programming di Sky Italia e quella di ad della società di distribuzione cinematografica Vision Distribution. «Questa sfida – sottolinea l’ad di Cinecittà – può essere vinta. C’è un contesto di mercato favorevole, con richieste importanti di prodotto audiovisivo. E Cinecittà può giocare la sua partita da protagonista con la sua capacità di tenere all’interno tutte le fasi di realizzazione e sviluppo delle produzioni».

Hub pubblico dell’audiovisivo

Insomma: un hub pubblico dell’audiovisivo che integra le attività industriali degli Studios e quelle istituzionali e culturali di Luce Cinecittà per fornire la garanzia di mettere a disposizione tutto per un prodotto chiavi in mano. Questo, nelle intenzioni, è visto come il fattore chiave per «conquistare quote sul mercato», vincendo la concorrenza di altri Studios come quelli di Babelsberg in Germania, Pinewood in Uk, Origo in Ungheria o ancora Nu Boyana in Grecia. Il piano contempla tutta una serie di interventi per complessivi 195,4 milioni interamente coperti da contributi relativi al Pnrr. Si parla dunque dell’adeguamento della capacità produttiva con 10 nuovi teatri di posa (un ampliamento di 12mila metri quadrati: +60%) come risultato di 5 nuovi teatri (di cui 2 da oltre 3.500 mq) e ricostruzione e ampliamento di altri 5 teatri esistenti, tra cui il set di Roma con un nuovo teatro Romano. È prevista poi la creazione di 2 teatri virtuali con nuovi servizi tecnologici (piscina per riprese subacquee, studio con green screen a 360 gradi). Previsto anche un profondo intervento di riqualificazione del sito (edifici, strade, connettività).

Crescita media annua del 15% sui ricavi

Tutto è funzionale, evidentemente, allo sviluppo dei ricavi commerciali con un primo anno di piano (2022) che prevede un miglioramento dei ricavi del 9% rispetto ai valori pre-Covid del 2019. Nell’arco complessivo del piano sui ricavi è prevista una crescita media annua del 15 per cento. Computando anche i contributi, si arriva a un valore della produzione che dai 45 milioni messi a budget nel 2021 è prevista in salita del 7,8% medio annuo fino ai 72,6 milioni del 2026. Gli investimenti presentati nel piano industriale non includono invece i possibili ulteriori interventi, quantificati in 75 milioni (con i quali si completerebbero i 260 milioni complessivi resi disponibili dal Pnrr), relativi all’ampliamento della superficie con i terreni dell’area «Torre Spaccata», di Cdp: 40 ettari di cui 8 con sviluppi edilizi in cui far sorgere 8 nuovi teatri di posa da mille metri quadrati. L’accordo fra Cinecittà e Cassa è in dirittura. «Con Cdp il dialogo è sempre più fitto. C’è un sostanziale accordo sul modello e lo stato delle negoziazioni è avanzato. Speriamo di riuscire a chiudere entro l’anno».

Fonte: Il Sole 24 Ore