Congelato un mutuo su dieci, le famiglie prendono tempo

L’anno nuovo non ha fermato la corsa al congelamento delle rate dei mutui. Ogni giorno vengono ancora inviate, in media, una cinquantina di richieste di accesso al Fondo Gasparrini da parte di famiglie in difficoltà per chiedere la sospensione, fino a 18 mesi, di mutui stipulati per l’acquisto della prima casa. Pratiche che vanno ad aggiungersi alle oltre 187mila già inviate nel 2020 e alle 361mila finora gestite privatamente dagli istituti di credito in base agli accordi sottoscritti tra Abi e associazioni dei consumatori. Tanto che in base ai dati di Crif, società specializzata nelle informazioni creditizie, oggi sono in stand-by le rate di un mutuo su dieci: il 9,4% dei mutui immobiliari, l’11,6% degli altri mutui.

La moratoria garantita dallo Stato, fino a esaurimento risorse (si veda l’articolo a destra), è stata rilanciata con la conversione in legge del Dl Ristori, che ha esteso fino ad aprile 2022 lo strumento anche ai titolari di un contratto in ammortamento da meno di un anno e prolungato per tutto il 2021 “l’automatismo” della sospensione delle rate dal momento di presentazione della domanda (la banca è tenuta a farla scattare subito, in attesa dell’istruttoria di Consap, la società che per conto del ministero dell’Economia gestisce il fondo e che deve pronunciarsi entro 20 giorni).

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Fin dalle prime ore dell’emergenza sanitaria, con il Dl 9/2020, il fondo – nato per sostenere le famiglie in caso di morte, handicap grave o perdita del lavoro – è stato esteso anche a tutti i lavoratori sospesi, o con riduzione dell’orario, per un periodo di almeno 30 giorni. Una platea che, esplosa con il lockdown, oggi continua a essere consistente a causa delle continue restrizioni imposte per limitare i contagi. Lo dimostra l’andamento delle domande arrivate a Consap: prima del virus venivano protocollate un centinaio di domande al mese, balzate a 19mila ad aprile per poi toccare il picco a giugno, con oltre 60mila richieste. E verso fine anno le domande non si sono fermate: circa 7mila al mese tra ottobre e novembre, 5.100 a dicembre.

Nel dettaglio, da marzo a dicembre, la società del Mef fa sapere di aver autorizzato complessivamente 125.841 richieste, pari a circa il 68% delle domande pervenute. Il 40% delle pratiche accettate in questi mesi è legato a sospensioni dall’attività lavorativa, il 7,7% a riduzioni di orario, il 10,3% alla perdita del lavoro. Un altro 40% circa, invece, è relativo a mutui di lavoratori autonomi (o piccoli imprenditori) che hanno subìto perdite di fatturato: per questi ultimi la sospensione era prevista fino al 17 dicembre, ma non è – per ora – stata rinnovata.

Il fondo per i mutui prima casa, così come le altre moratorie concesse dalle banche, da un lato consente alle famiglie di prendere tempo e dall’altro “anestetizza” il rischio di un aumento del tasso di default che farebbe esplodere i crediti deteriorati.

Fonte: Il Sole 24 Ore