Così gli spuntini stanno sostituendo i pasti principali

Così gli spuntini stanno sostituendo i pasti principali

La passione degli italiani per gli snack è in crescita, rendendo questo settore sempre più strategico per l’industria alimentare. Il consumo, inoltre, sempre più spesso è visto come alternativa ai pasti principali.

I dati forniti da Circana per Cibus e Tuttofood mostrano come ad agosto 2024 il fatturato della categoria snack nella Grande Distribuzione Organizzata italiana abbia raggiunto i 144 milioni di euro, registrando una crescita in volume del 2,1% rispetto al 2023, nonostante un aumento dei prezzi medi di circa il 6% su base annuale.

Tuttavia, questi numeri rappresentano solo una parte del quadro complessivo, trattandosi di una categoria eterogenea che comprende diverse tipologie di alimenti (per esempio, le merendine da sole valevano 1,4 miliardi di euro nel periodo aprile 2023-marzo 2024 secondo Niq, mentre lo street food superava i 2,5 miliardi di euro di fatturato) e diversi canali di vendita, come horeca e vending. Quest’ultimo, analizzato da Jakala per Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), nonostante un calo del fatturato complessivo, vede al contrario un aumento proprio tra gli snack dolci che hanno registrato una crescita del +6,71%, trainati dall’ottima performance di merendine (+24%), barrette (+7,2%) e croissant (+6,6%). Anche il comparto degli snack salati si è mantenuto sostanzialmente stabile (+0,43%), con la frutta secca ed essiccata in forte crescita (+15,9%), apprezzata per il suo profilo nutrizionale bilanciato.

Italia tra i leader per quota valore

I dati italiani, inoltre, si inseriscono bene nel contesto europeo, dove emerge un quadro ancora più interessante. Secondo l’analisi “Snack Unwrap: The Insatiable Craving for Growth” di Circana, la snack economy europea vale oggi 234 miliardi di euro, con un incremento del +2,9% rispetto al 2023. L’Italia si distingue per un dato particolarmente significativo: registra una delle più alte quote valore del comparto (43,2% sul totale grocery), insieme ai Paesi Bassi (44,6%), «segno di una forte affezione culturale verso la pratica dello snack», come evidenzia il report.

Fonte: Il Sole 24 Ore