Così Katoo taglia i costi delle forniture dei ristoranti

Ha raccolto in due anni di vita oltre 10 milioni di dollari di finanziamenti (l’ultimo round, da 6,2 milioni di euro, risale a fine settembre e ha visto fra gli investitori importanti fondi di venture capital spagnoli, portoghesi e americani) e ha piani molto ambiziosi per il futuro, con un’aspettativa di crescere di cinque volte nei prossimi mesi, espandendosi in America Latina. Per Katoo, startup fondata nel 2019 a Madrid e attiva anche in Italia e Portogallo, la missione è chiara fin dalla sua nascita: sviluppare software per rendere più efficiente, equa e trasparente la supply chain alimentare.

Il braccio operativo della società è una piattaforma tecnologica il cui compito è quello di semplificare e rendere più fluido il rapporto tra ristoranti e fornitori. Attraverso un’app dedicata, chef e gestori di locali possono infatti scegliere i prodotti a catalogo, inoltrare i loro ordini in modo immediato via e-mail o whatsapp, selezionare la data di consegna e aggiungere eventuali note, nonché visualizzare dati storici, report periodici e riepiloghi di spese di diverso genere.
Dal momento del lancio, avvenuto nel settembre di due anni fa, gli ordini gestiti complessivamente da Katoo per conto dei circa 5mila tra ristoranti (dai piccoli locali di quartiere agli stellati Michelin) e fornitori (dal fresco al pesce comprendendo anche pane, dolci, e simili) che si sono affidati ai suoi servizi hanno superato i 220 milioni di dollari di transato.

L’idea di cambiare pelle alla supply chain alimentare nasce da una precisa consapevolezza dei due founder, Diogo Cunha (ceo) e Karan Anand (chief procurement officer), e cioè la necessità di “svecchiare” un processo che fa un uso ancora diffuso di fax, carta, penna e messaggi vocali. Una parte della nuova iniezione di capitali, hanno confermato dalla società, verrà per l’appunto investita per mettere a disposizione dei clienti la migliore tecnologia disponibile e per rafforzare il team, con oltre 60 nuove figure che entreranno in organico entro la fine dell’anno soprattutto nelle aree tech, prodotto e business development.

Edoardo Tarricone e Marco Cortinovis, rispettivamente general manager Italy ed head of business Development per l’Italia, hanno fotografato al Sole24ore i numeri che caratterizzano al momento l’attività nel nostro Paese. «È un mercato chiave per Katoo – spiegano – perché già oggi rappresenta il 50% della base clienti, con più di 2.500 fra ristoranti e fornitori gestiti e oltre 100 milioni di euro in ordini annualizzati. Fra le nostre referenze abbiamo catene come Vivi Healthy Food e Love Poke, che vanta più di 60 punti vendita, famose pizzerie come Cocciuto, storiche pasticcerie come la torinese Gerla e ristoranti high-end come Area Loft»

Rispetto ad altre piattaforme attive nel mondo della ristorazione, il fattore distintivo di Katoo è la focalizzazione su un aspetto chiave per chi opera nella catena del food: la riduzione del costo del cibo e degli sprechi in cucina. «Realtà come Deliverart e come la maggior parte dei player che offrono servizi al ristoratore, quali Deliveroo, Glovo o anche TheFork, – questa la distinzione che fanno i due manager italiani – sono concentrate sull’aumento delle revenue. Per un ristorante, il food cost è probabilmente l’unica variabile che si può provare a ridurre rispetto a oneri fissi come l’affitto e gli strumenti per cucinare o già ottimizzati al massimo come lo staff di cucina. L’impatto della nostra soluzione è enorme perchè il profitto medio di un ristorante è di pochi punti percentuali, e anche una piccola variazione può portare a un aumento considerevole degli utili».

Fonte: Il Sole 24 Ore