Cresce il mercato italiano dei prodotti fitoterapici e nutraceutici

Cresce il mercato italiano dei prodotti fitoterapici e nutraceutici

Creare una maggiore massa critica tra le aziende tricolori che operano nel settore dei prodotti nutrateuci e fitoterapici, comparto in cui cui l’Italia rappresenta, quanto a fatturato, oltre un quarto del mercato europeo, con un valore che ha raggiunto i 5,2 miliardi nel 2024 ed è previsto salire a 7-8 nel 2030, ma in cui le imprese restano, al momento, piccole e medie. È nata con questo spirito aggregativo la partnership, volta ad accendere un faro sui prodotti botanici basati sull’evidenza scientifica, siglata tra la genovese React4life e la Prodeco Pharma di Castelfranco Veneto.

La prima è una ex start up di piccole dimensioni (conta 10 addetti) che opera, però, a livello mondiale, dalla California al Giappone, anche con i grandi nomi di big pharma, in una categoria di mercato completamente nuova e con una tecnologia all’avanguardia brevettata: l’organ-on-chip Mivo, che permette di ricreare, in laboratorio, organi e tessuti umani interconnessi, che si comportano come nel corpo reale e consentono di osservare e prevedere risposte biologiche complesse, senza ricorrere agli animali. Fondata nel 2017 dai ricercatori del Cnr Maurizio Aiello e Silvia Scaglione opera, ad esempio, nella farmaceutica – con colossi come Roche – nella ricerca, creando modelli di malattie realistici, per scoprire nuovi target terapeutici, e negli ospedali, quali il Bambin Gesù di Roma e il Gaslini di Genova.

Creato esofago artificiale per testare un prodotto antireflusso

Prodeco è, invece, un’azienda familiare, anche questa con un raggio d’azione internazionale (e sedi in Spagna e Germania), nel campo della medicina naturale; offre un portafoglio di oltre 150 prodotti, tra dispositivi medici, cosmetici e integratori alimentari. La partnership tra le due imprese punta, come si è accennato, ad accelerare la ricerca su prodotti botanici basati sull’evidenza scientifica.

«Con Prodeco – spiega Aiello – abbiamo sviluppato l’esophagus on chip, cioè un esofago artificiale che è servito a testare un prodotto fitoterapico sul reflusso gastroesofageo. Una malattia che normalmente viene contenuta attraverso l’uso di inibitori della pompa protonica, ossia farmaci che riducono la produzione di acido nello stomaco ma che ovviamente producono, alla lunga, effetti collaterali. Grazie a questo esofago, abbiamo dimostrato scientificamente che, con un prodotto naturale realizzato da Prodeco, si riescono ad ottenere gli stessi effetti lenitivi degli inibitori della pompa protonica».

Fonte: Il Sole 24 Ore