Crescita record nel 2021 per Kdln: +14% di ricavi rispetto al periodo pre-Covid

Nell’anno dei record per il design italiano, Kdln non solo non fa eccezione, ma incassa risultati superiori alla media del settore. Il 2021 si è chiuso infatti per la piccola azienda di illuminazione milanese (fondata nel 1996 con il nome di Kundalini) con ricavi in aumento del 30%,a quota 4,5 milioni, e vednite all’estero in aumento del 43%.

«Ma non sono questi i numeri che ci interessano – spiega il presidente Stefano Bordone – semmai è significativa la crescita rispetto al 2019, che era stato un anno ottimo per noi». Ebbene, il confronto con l’ultimo esercizio pre-pandemia registra un +14% per il fatturato e +29% per le esportazioni. «Per quest’anno è difficile fare previsioni – spiega Bordone –. La domanda è ancora sostenuta e noi puntiamo infatti a superare i 5 milioni di ricavi, ma il contesto è quello che ben conosciamo, perciò staremo a vedere».

Di sicuro, l’azienda ha preparato il terreno per crescere ancora. «Nel 2020 abbiamo avuto un po’ di tempo per pensare alla nostra strategia e pianificare gli investimenti – dice ancora l’imprenditore –: volevamo farci trovare pronti alla ripartenza del mercato». Sono state fatte nuove certificazioni specifiche per i mercati ritenuti più interessanti (tra cui la Russia, che per ovvi motivi in questo momento resta in «stand by»), sono state elaborate nuove strategie di marketing e, soprattutto, è stato fatto il restyling del brand e del logo.

Kundalini è diventata così Kdln, un nome ritenuto più adatto a un mercato internazionale (visto che l’azienda esporta il 75% della produzione), dando un taglio netto all’immagine del passato, «per guardare avanti in modo un po’ diverso», spiega Bordone: «Il prodotto era già molto cambiato, rispetto ai primi anni e poi abbiamo deciso di investire con ancora maggiore convinzione sui mercati esteri. Puntavamo molto sull’area ex sovietica, che per il momento è ferma, ma anche su Stati Uniti e Canada. Anche in questo caso abbiamo ottenuto tutte le certificazioni necessarie e abbiamo incaricato un team specificamente per quel mercato. In futuro vorremmo aprire una filiale».

Il primo Paese per export resta la Francia, ma buoni risultati stanno arrivando anche da Medio Oriente, Cina e Asia, dove la presenza dell’azienda è diventata più strutturale e continuativa rispetto al passato.

Fonte: Il Sole 24 Ore