Crollo delle vendite di pesticidi in Italia: la campagna è sempre più bio
In Italia le vendite di prodotti fitosanitari si sono ridotte del 18% tra il triennio 2021-2023 e quello 2012-2014. Il dato arriva dall’ultimo report semestrale che l’Osservatorio Agrofarma ha presentato martedì 11 novembre a Bari. Al primo posto, spiegano gli esperti, c’è il calo dei fungicidi, seguito da quello degli erbicidi. Le riduzioni osservate sono maggiori quando si guarda ai volumi di principi attivi contenuti nei prodotti, che risultano calati del 24%. Allo stesso tempo, l’uso di principi attivi di origine biologica ha visto un incremento significativo del +133%.
L’Italia registra dunque una riduzione decisamente significativa rispetto alla media Ue e, a livello di sicurezza alimentare, mantiene la leadership: i dati mostrano che siamo tra i Paesi con la più bassa presenza di residui di agrofarmaci negli alimenti, con appena l’1% di alimenti con residui di prodotti fitosanitari sopra i limiti consentiti. «C’è un cambiamento in corso – ha detto il presidente di Agrofarma-Federchimica, Paolo Tassani – che passa non solo dal fornire nuove soluzioni, ma anche dalla corretta applicazione delle buone pratiche di difesa colturale. Gli agricoltori sono consapevoli di ciò, tant’è che da anni agiscono in campo per garantire una sempre maggiore sostenibilità».
Anche l’innovazione nel campo dei pesticidi è andata avanti: secondo i dati dell’osservatorio, più della metà delle sostanze attive attualmente autorizzate nella Ue sono state introdotte negli ultimi dieci anni. Per quanto riguarda la sola Italia, l’85% degli agrofarmaci ad oggi sul mercato è stato approvato dopo il 2010. Inoltre, nel periodo gennaio 2024 – ottobre 2025 nel nostro Paese sono stati autorizzati 38 nuovi pesticidi il cui impiego è consentito anche in agricoltura biologica, 17 in più rispetto allo stesso periodo 2023-2024.
Per quanto riguarda le emissioni, negli ultimi dieci anni risultano ridotti anche i precursori di ozono, gli acidificanti e i gas effetto serra. Le emissioni di ammoniaca derivanti dall’agricoltura sono invece aumentate tra il 2022 e il 2023 ma, nonostante ciò, si mantiene il trend di riduzione iniziato a partire dai primi anni 90 e, in ogni caso, l’obiettivo di contenimento delle emissioni concordato dall’Italia con la Ue per il 2030 è stato raggiunto già nel 2021.
Fonte: Il Sole 24 Ore