Cuba «liberalizza» allevamento e commercio della carne

Cuba apre alla vendita diretta della carne da parte degli allevatori. Lo ha annunciato il Governo, per bocca del neo-ministro all’Agricoltura Ydael Perez Brito, succeduto a Gustavo Rodriguez Rollero.

La misura (novità assoluta per l’isola caraibica, che fino a oggi puniva la pratica con il carcere fino a dieci anni) fa parte di un pacchetto di riforme avviate per risollevare il Paese dalla gravissima crisi economica e finanziaria causata dalla pandemia – con il conseguente crollo del turismo – e dall’irrigidimento dell’embargo economico da parte degli Usa.

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Un quadro che ha mandato in sofferenza anche il comparto alimentare dell’isola, già fortemente provato da una debolezza strutturale legata alla difficoltà di importare fertilizzanti, pesticidi e attrezzature.

Per fronteggiare la carenza di beni che affligge il Paese e avviare un percorso di auto-produzione (Cuba importa l’80% dei prodotti alimentari che consuma, per un valore di 2 miliardi di dollari l’anno), il Governo ha stabilito che una volta fornita allo Stato la quantità di carne richiesta, il produttore potrà macellare il proprio bestiame per consumo personale o per avviarlo alla commercializzazione.

Gli allevatori che intendano usufruire delle nuove norme, dovranno prima accrescere il numero di capi presenti all’interno del proprio bestiame, per evitare di depauperare le mandrie. La decisione del Governo è arrivata dopo un confronto serrato con scienziati, esperti e 1.300 produttori e – come riportato dal presidente Miguel Diaz-Canel su Twitter – rappresenta soltanto una delle 63 misure decise per sostenere la produzione alimentare.

Fonte: Il Sole 24 Ore