Detenuti-falegnami per rifare gli arredi delle carceri italiane

Progetti di inclusione

Coinvolte nel progetto 185 persone, 110 detenute nella casa circondariale di Lecce e 75 nella casa di reclusione di Sulmona. Nel progetto MIlia la produzione di arredi per 190 istituti nazionali

di Patrizia Maciocchi

Detenuti al lavoro, per dare un volto nuovo alle carceri italiane, iniziando dagli arredi. Armadi, tavoli, sedie e sgabelli in legno, destinati a 190 istituti di detenzione del territorio nazionale, saranno prodotte da 185 persone: 110 detenute nella casa circondariale di Lecce e 75 a Sulmona. Questa l’iniziativa portata avanti con il progetto Milia – Modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle persone in esecuzione penale. Un’attività che sarà finanziata grazie al Pon Inclusione 2014-2020 «finalizzata al recupero e al rafforzamento delle competenze delle persone recluse – si legge nella nota del ministero della Giustizia – e all’acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro».
La data di avviso della produzione è fissata per gennaio 2023, al termine di una prima fase di adeguamento degli impianti e delle falegnamerie e dopo un’adeguata formazione professionale. A Lecce, 45 detenuti – selezionati fra quelli con fine pena inferiore ai 5 anni – dopo colloqui con gli operatori del locale Centro per l’impiego, stanno già svolgendo attività formativa teorica, che sarà seguita dalla pratica all’interno della falegnameria. A Sulmona, invece, i cinque corsi formativi, ciascuno per 16 detenuti, sono alle battute finali: a dicembre prossimo si svolgeranno gli esami per il conseguimento degli attestati di qualifica ai quali seguiranno le attività di tirocinio. Il progetto sarà illustrato domani a Lecce. Un appuntamento al quale interverranno con i rappresentanti dell’Autorità di gestione del Pon Inclusione e delle Regioni Puglia, Abruzzo, Sardegna e Toscana, interverranno il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi, il Direttore generale per il Coordinamento delle politiche di coesione del Ministero della Giustizia Davide Galli, la responsabile dell’Organismo intermedio Paola Giannarelli e la Direttrice dell’istituto penitenziario Mariateresa Susca.

Fonte: Il Sole 24 Ore