Distributori automatici lontani dai livelli 2019: «Serve un tavolo sui nuovi obblighi»

Nei primi nove mesi del 2022 agli oltre 820mila distributori automatici d’Italia sono stati consumati oltre 1,7 miliardi di caffè e quasi 439 milioni di snack che hanno trainato la lenta ma progressiva ripresa(+8,2% rispetto allo stesso periodo del 2021) di un settore che lo scorso anno ha fatturato a 1,4 miliardi. Gli snack salati e al cioccolato sono quelli che hanno registrato le performance più alte, rispettivamente del +31,4% e +28,5% facendo fare all’intera categoria un salto del 22,8% in 9 mesi.

Tuttavia le conseguenze della pandemia con l’aumento dello smart working e le cambiate abitudini di vita fanno ancora registrare al settore – in cui l’Italia è leader a livello internazionale – una contrazione di quasi il 18% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Sono i dati presentati da Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) durante gli Stati Generali del comparto. «Dal 2020 la crisi legata alla pandemia ha causato gravi perdite (-31,9% sul 2019) per le imprese del comparto colpite in particolar modo da smart working, Dad, chiusure dei luoghi d’aggregazione e restrizioni negli ospedali. Crisi continuata nel 2021 quando, nonostante una lieve ripresa, la perdita è stata comunque del 23,7%. Nel 2022 – spiga una nota – la guerra ha causato mancanza di prodotti, aumenti vertiginosi dei prezzi, oltre alla crisi energetica che ha portato ad una crescita significativa dei prezzi di carburanti, elettricità e gas». Confida quindi stima che il comparto possa chiudere l’anno a -15% rispetto al 2019.

«In questo scenario che dimostra tutte le difficoltà ma anche la resilienza delle nostre tremila aziende e degli oltre 30mila collaboratori del settore – commenta il presidente dell’associazione Massimo Trapletti – la distribuzione automatica si è presa carico anche delle difficili sfide della transizione ecologica e digitale, le incognite della cosiddetta “fase a regime” della trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate e le problematiche derivanti da una situazione dei bandi di gara pubblici per la fornitura del servizio alle pubbliche amministrazioni che stanno diventando sempre più antieconomici».

La richiesta è quella di riaprire «un tavolo di confronto sui Cam (Criteri Ambientali Minimi) dei Servizi di Ristoro presso il Ministero dell’Ambiente: quelli attualmente definiti, se applicati, stravolgerebbero a livello ambientale, alimentare e organizzativo i principali aspetti della distribuzione automatica con un impatto particolare nella pubblica amministrazione (18% del fatturato dell’intero comparto vending)».

Fonte: Il Sole 24 Ore