Dutch Design Week, così 2600 designer immaginano il mondo post Covid

Tra i fornitori anche l’italiana Mogu (che significa “fungo” in cinese), fresca di un round di finanziamenti da 1,1 milioni di euro, con i suoi morbidi pannelli esagonali fonossorbenti e le eleganti piastrelle per pavimenti, entrambe in micelio.

Sempre nell’area all’aperto della Strijp-S è stata creata “Plug-in-City”, prototipo di città circolare in cui a dominare è il riutilizzo continuo degli oggetti: durante i nove giorni della Design Week questi spazi hanno accolto concerti, workshop, lezioni e pranzi collettivi.

Il Labirinto di Versailles

Molto intriganti i quattro padiglioni del Klokgebouw, sempre nella Strijp-S. In questo enorme edificio bianco sormontato da una torre con un orologio azzurro troviamo “Labyrinth: The Art of Changing Direction”, opera di Floris Alkemade: una mostra che si snoda in ampi spazi riprendendo la pianta del labirinto della Reggia di Versailles e soprattutto esplorando, tra mille sorprese nascoste dietro a ogni angolo, nuovi modi di osservare il mondo, ripensarlo e agire. Appunto “cambiando direzione”, se necessario.

C’è anche Isola Design District

A Eindhoven è tornata anche Isola Design District, costola del Fuorisalone nata per promuovere nuovi volti del distretto milanese, presente in due locations (Pennings Foundation e Schellens Fabriek, per un totale di quasi mille metri quadrati) con le mostre “Only Good News” e “Isola Talents Factory”.

I progetti si sono concentrati sul “meno”, ovvero meno consumo, meno produzione e quindi meno rifiuti, trovando allo stesso tempo “più” prodotti sostenibili e di valore.

Fonte: Il Sole 24 Ore