Ecco come Whatsapp cambia e come difendere le proprie chat

Dal 15 maggio Whatsapp ha cominciato a tirarci dalla giacchetta per farci accettare le novità privacy già finite a gennaio in un turbine di polemiche che hanno riguardato anche diversi garanti privacy, il nostro compreso. Qualche giorno fa ha chiarito di preciso che succederà a chi rifiuta le modifiche.
Nel contempo però si è riaccesa anche la polemica, con il Garante privacy tedesco in prima linea nell’opposizione a Facebook, azienda che controlla Whatsapp. Si moltiplicano anche le azioni di auto-difesa da parte degli utenti, però: dato che alla fine chi rifiuta le novità sarà, nel lungo periodo, espulso da Whatsapp, c’è chi si sta affrettando a usare strumenti di esportazione di chat (testo e multimedia). Il rischio è di una ulteriore fuga su altre chat, come Telegram e Signal, che hanno già avuto un boom di utenti quest’anno per via delle polemiche.
Questa tensione, da parte dei garanti e di carattere competitivo, può spiegare una buona notizia: Whatsapp ha detto che non cancellerà subito gli account di chi rifiuta le novità.

Promemoria sempre più frequenti

Ecco, invee, cosa succederà. Per «alcune settimane», nulla. Solo, ricomparirà il promemoria ad accettare le novità. Poi, «dopo un periodo di alcune settimane», il promemoria diventerà persistente. Scatterà a quel punto – non in contemporanea per tutti gli utenti – una limitazione delle funzioni. «Non potrai accedere all’elenco delle chat, tuttavia potrai rispondere alle chiamate e alle videochiamate in arrivo. Se hai abilitato le notifiche, potrai toccarle per leggere o rispondere ai messaggi, o richiamare in caso di chiamata o videochiamata persa». Non si potranno quindi avviare chat o chiamate di propria iniziativa. Ultima limitazione, «dopo alcune settimane con funzionalità limitate, non potrai ricevere chiamate in arrivo o notifiche e WhatsApp interromperà l’invio di messaggi e chiamate al tuo telefono».Non è finita qui perché dopo 120 giorni di inattività l’account sarà eliminato in automatico, come accade con tutti gli account inattivi (per scelta dell’utente o per altro motivo, come in questo caso).«L’eliminazione dell’account non è reversibile, in quanto comporta l’eliminazione della cronologia dei messaggi, l’eliminazione dei tuoi backup di WhatsApp e la rimozione del tuo account da tutti i tuoi gruppi WhatsApp», spiega l’azienda. Ecco allora che si corre a esportare la chat.

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Come fare per esportare le chat

L’opzione integrata nell’app per l’esportazione è piuttosto limitata. Permette di esportare solo una chat alla volta. Si stanno affermando quindi strumenti di terze parti, come iTransor for Whatsapp che funziona sia per iOs sia per Android e richiede che l’utente prima faccia backup delle chat via app. Poi si collega il cellulare al pc e da qui con il programma apriamo il backup per esportarlo in vari formati. Solo così il backup sarà nostro, leggibile in ogni modo e non eliminabile da Whatsapp.Chi invece sta meditando se accettare le modifiche sappia che il tema è ora dibattuto e poco chiaro, tanto che in questi giorni il Commissario di Amburgo per la protezione dei dati e la libertà di informazione (HmbBfDI) ha intentato un procedimento contro Facebook Ireland Ltd. chiedendole di non raccogliere alcun dato dagli utenti di WhatsApp né di elaborarlo per i propri scopi. Una richiesta esplicitamente collegata alle modifiche del 15 maggio. L’autorità tedesca infatti ritiene oscuro il contenuto delle modifiche privacy annunciate.

Anche il Garante privacy italiano ha sollevato dubbi

«Serve maggiore chiarezza sull’impatto delle modifiche privacy», conferma Diego Di Malta, avvocato esperto di privacy. «Sembra che le modifiche riguardino gli utenti business, che saranno tutti ospitati su server Facebook – continua. In questo caso Facebook, con le novità privacy di cui ora chiede il consenso agli utenti, si riserva il diritto di raccogliere i dati degli utenti e utilizzarli per finalità di marketing, a quanto si legge sul sito dell’azienda».Va detto che Facebook ha voluto rassicurare gli utenti europei, dicendo che «per ora» la condivisione di dati con Whatsapp in Europa non sarà fatta a scopo di marketing o miglioramento del servizio, in virtù di una interlocuzione con i garanti in corso. Non deve essere riuscita a rassicurare questi ultimi, però, vista l’alzata di scudi, alla ricerca di maggiore chiarezza su cosa comporta in effetti il consenso a quelle novità ora e in futuro.

Fonte: Il Sole 24 Ore