Elements, il Calendario Pirelli è simbiosi tra donne e natura
«E’ il mio 33esimo calendario. Sølve, come tutti i fotografi che lo hanno preceduto, ha espresso la sua arte. E il progetto che ci ha proposto lo ho ritenuto molto interessante perché sposa la natura in tutte le sue forme e un cast di donne, ognuna proveniente da un mondo diverso, con alle spalle una storia vera». Marco Tronchetti Provera, numero uno del gruppo Pirelli, mentre dialoga sulla 52 esima edizione del The Cal, sposta il punto di osservazione sul significato del Calendario. Che, mette in chiaro, non deve necessariamente mandare un messaggio, perché «il calendario è libero, non deve promuovere niente, ma esprimere qualità e avere un artista che sappia dare qualcosa di speciale». E Sølve Sundsbø, secondo il numero uno di Pirelli, ci è riuscito perfettamente catturando quel “mondo visivamente inatteso” a cui aspirava l’autore.
Elements, connessione tra donne e natura
Nella magica cornice di Praga, alla Municipal House, Pirelli svela così il Calendario 2026 firmato dal fotografo norvegese. Si intitola Elements e le 22 fotografie che lo compongono esplorano la connessione tra l’essere umano e la natura, con le sue protagoniste ritratte come incarnazioni simboliche degli elementi naturali, terra aria fuoco e acqua, ma anche di forze più intangibili come l’energia, l’etere e la luce. Sundsbø sceglie 11 muse provenienti dal mondo del cinema, della moda, dello sport e della musica: le attrici italiane Luisa Ranieri ed Isabella Rossellini, la statunitense Adria Arjona e le attrici britanniche Gwendoline Christie e Tilda Swinton. Ma anche la fashion designer Susie Cave, le top model Eva Herzigova Du Juan e IrinaShayk, la cantante FKA Twigs e la Venere Nera, icona del tennis, Venus Williams, con i suoi quarantanove titoli WTA.
Donne, quelle scelte dall’autore norvegese, che finiscono per divenire sotto il suo obiettivo una sintesi perfetta tra natura, tecnologia e sensualità. «Abbiamo condiviso l’idea che fossero donne che arrivassero da diversi campi di lavoro e attività, che avessero uno spessore in quello che hanno fatto, e che ciò le rendesse parte di questo ambizioso progetto di Sølve dove la natura e la bellezza sono legate a qualità personali. Ne è scaturito un mix particolare e la magia di Praga ha aiutato», sottolinea Tronchetti Provera.
Le combinazioni scelte dal fotografo norvegese rendono così il progetto, da sempre funzionale a scandire il trascorrere del tempo, perpetuo. Che poi altro non è che l’essenza del Calendario Pirelli, figlio dei tempi come sottolinea Tronchetti Provera, ma anche immutato nella sua identità, fatta di carta e fotografia. A non far “invecchiare” il Calendario ha contribuito anche la capacità d’innovare la comunicazione del progetto. Rimane la sacralità delle foto su carta, custodite dentro cofanetti che sono diventate opere di design, a cui si affianca una ricca produzione digitale, fatta di foto, video e testi prodotti da Pirelli per format che seguono il racconto del fotografo senza mai rubargli la scena.
Sølve e il concetto universale di natura
«Il Calendario non si limita ai quattro elementi tradizionali. Ho voluto catturare emozioni, istinti e stati d’animo che sono centrali nella vita umana», racconta Sundsbø, che parla di «desiderio di libertà e curiosità» uniti alla «la sete di conoscenza». Il tutto è «una sorta di mistero, immaginazione, passione, il desiderio di emancipazione, il legame con la natura e il nostro rapporto con il tempo e lo spazio. È un modo per connetterci a qualcosa da cui proveniamo». Si tratta di «obiettivi ambiziosi» ammette lo stesso artista, evidenziando l’importanza del contributo della tecnologia. «Le nuove tecnologie hanno permesso che la natura non fosse solo uno sfondo, ma un collegamento profondo con le protagoniste». Inoltre, la combinazione tra le donne e i vari elementi è «nata da un confronto con loro» ed è avvenuto tutto «in modo istintivo». Ad esempio, Eva Herzigova è stata immersa nell’acqua, ma «sapevo che lei è forte e coraggiosa». Tra le 11 protagoniste c’è anche la tennista Venus Williams, che è «potentissima», quindi «il contatto con il fuoco è venuto bene», mentre, alla cantautrice britannica Kfa twuigs «non piaceva l’acqua e ha preferito stare sulla sabbia». In generale «sono tutte donne che ammiro non solo per quello che hanno fatto, ma anche come esseri umani», rivela Sundsbø, che ha voluto fotografare «donne mature, con esperienza e profondità. Donne che rispetto profondamente».
Fonte: Il Sole 24 Ore