Fukushima, l’Italia importa dal Giappone 21mila tonnellate di pesce

Il governo di Tokyo ha deciso di riversare in mare dal 2022 oltre un milione di tonnellate di acque contaminate dalla catastrofe del 2011. Suscitando le ire di Paesi vicini, associazioni ambientaliste e dell’industria nazionale della pesca. Con Seul pronta a rivolgersi al Tribunale internazionale del diritto del mare

«Oltre 21 milioni di chili di pesci, crostacei e molluschi arrivano in Italia dalle acque del Giappone»: è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al 2020, che evidenziano anche l’arrivo in Italia di 18 milioni di chili di pesce dalla Cina e di 3,3 milioni di chili dalla Corea.

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«È devastante la decisione del Giappone – scrive la Coldiretti – che ha pesanti ripercussioni dal punto di vista ambientale, economico e sanitario a livello globale, sulla quale devono intervenire le istituzioni internazionali».

La pubblicità negativa che deriverà al pescato giapponese da questa iniziativa preoccupa non poco i 1.500 pescatori della zona che si sono battuti contro questa decisione e che oggi, per sopravvivere, contano soprattutto sui ristoranti e le rivendite locali. La pesca, una delle attività determinanti per il sostentamento alimentare ed economico del paese, ripartita gradualmente a poco più di un anno dalla catastrofe, e in aree limitate, sfiora attualmente appena il 20% del fatturato generato prima del 2011.

Per controllare direttamente l’origine del pesce acquistato il consiglio della Coldiretti è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato nel Mediterraneo.

Fonte: Il Sole 24 Ore