Giorgio Armani punta a dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030

Dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto al 2019 e ridurre del 42% le emissioni derivanti dall’acquisto di beni e servizi e dal trasporto e distribuzione a valle entro il 2029, sempre rispetto al 2019. Sono questi i due nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) del gruppo Giorgio Armani, approvati dalla Science Based Targets initiative (SBTi), istituzione nata dalla collaborazione tra Climate Disclosure Project, United Nations Global Compact, World Resources Institute e World Wide Fund for Nature (Wwf) che incoraggia e certifica l’impegno pubblico da parte delle aziende alla riduzione di emissioni di gas serra.

Tali obiettivi sono stati giudicati coerenti con il contenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, come previsto dell’Accordo di Parigi, che mira a prevenire gli effetti più dannosi del cambiamento climatico. Si tratta di un programma che si inserisce nella strategia di sostenibilità attivata già da tempo dal gruppo, che nel 2019 ha sottoscritto il Fashion Pact, accordo fra aziende di diversi settori che si impegnano a raggiungere insieme obiettivi concreti nell’ambito della difesa del clima, della biodiversità e degli oceani.

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Dal 2014, per esempio, la sede del gruppo in via Bergognone a Milano è alimentata da energia fotovoltaica, mentre quella nei negozi viene da fonti rinnovabili. Anche nei tessuti la ricerca ha portato a impiegare materiali riciclati, come lana e poliestere, ma anche a valorizzare fibre sostenibili come la canapa: il gruppo ha investito proprio in una vasta coltivazione in Emilia Romagna.

La capsule collection r EA, in particolare, è stata realizzata con materiali come il nylon di poliammide 100% riciclato e cotone organico, con packaging compostabile e certificato. Le stampelle dei capi Emporio Armani sono in materiali riciclati, e su questo filone si sono sviluppati anche prodotti della collezione Armani / Casa: i tavolini della linea Puro sono in frassino e quarzite smeraldo recuperati da pannelli di legno e pietra usati per creare altri arredi della collezione, e le tovagliette Premier sono di tessuto di camiceria riciclato.

Fonte: Il Sole 24 Ore