Green pass, le ipotesi dai trasporti agli stadi. Maggioranza divisa su bar e ristoranti

Il governo è al lavoro sul green pass e soprattutto in vista delle riaperture di settembre si valutano ipotesi dal diverso impatto. «Abbiamo test su treni e aerei Covid free, la prossima settimana analizzeremo le varie possibilità e sono sicuro che troveremo un equilibrio», dice il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Estendere l’obbligo del green pass per l’accesso ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza (come aerei o treni) è una delle ipotesi che, secondo fonti di Governo, sarà valutata in occasione della cabina di regia, prevista lunedì o martedì prossimi.

Misure più soft del modello francese

La misura ricorda il “certificato verde” alla francese, con obbligo di vaccinazione per i viaggi a grande distanza, ma per il resto il “green pass Italia” dovrebbe essere meno restrittivo di quello di Emmanuel Macron. Tra i provvedimenti ai quali pensa l’esecutivo su suggerimento dei tecnici c’è anche quello di riservare – almeno per alcune attività – l’utilizzo del green pass solo dopo aver fatto la seconda dose, in linea con l’Unione europea.

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Gelmini: rispetto per tutti, ma poi si decide

Un utilizzo diffuso del pass – viene fatto osservare – eviterebbe il ricorso a misure più restrittive. Su questo fronte, avanza l’ipotesi di un maggior peso dell’Rt ospedaliero – 30% delle terapie intensive e 40% dei ricoveri ordinari – sui profili di rischio da assegnare alle Regioni. La prima a parlare esplicitamente di «via italiana all’uso allargato del green pass» è stata mercoledì 14 Maria Stella Gelmini, la quale a Bruxelles ha poi precisato che «è normale avere sensibilità differenti, ma sono fiduciosa che anche su questo tema, come ha detto il presidente (delle Conferenza delle Regioni) Fedriga, si troverà una soluzione unitaria». Per la ministra «se non vogliamo tornare a dover chiudere il paese non possiamo perdere tempo e non possiamo accontentarci dei risultati buoni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo fare uno scatto in avanti».

Partiti divisi nella maggioranza

Il “certificato verde” potenziato divide la maggioranza, con Pd ed entro certi limiti Italia Viva favorevoli e M5S contrario all’applicazione in bar e ristoranti. «Ci sono luoghi con grandi afflussi di persone dagli stadi ai concerti fino alle discoteche, che devono aprire e per queste attività riteniamo certamente utile l’introduzione di un green pass – si legge in un post del Movimento, forza di maggioranza relativa in Parlamento -, ma è diverso il discorso per attività come bar o ristoranti: in questo momento introdurre il green pass per accedervi significherebbe solamente limitare una ripresa così faticosa, dopo mesi di sacrifici». La Lega è contraria con Matteo Salvini che spiega di volerne parlare «se e quando ce ne sarà la necessità. Adesso chiediamo attenzione e rispetto delle regole, però non possiamo terrorizzare la gente prima del tempo». Contro anche Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia ha una posizione intermedia.

Discoteche ancora in stand-by

Posizioni variegate anche tra i presidenti di Regione. Per Attilio Fontana in Lombardia «i numeri non sono tali da giustificare» l’obbligo esteso del green pass, mentre per Nicola Zingaretti nel Lazio «è utile per gli eventi di massa». Sarà un tavolo tecnico all’inizio della prossima settimana, valutati i dati del contagio – oggi ancora in salita i casi, ma non le ospedalizzazioni – a dare l’orientamento alla successiva cabina di regia con il premier Mario Draghi. Probabile una stretta sugli stadi – «rendiamo efficace il green pass per riaprire gli impianti», dice il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina – e come detto sui trasporti, treni a lunga percorrenza e voli in primis. L’idea è che il green pass serva per spettacoli, cinema, concerti, ma anche per palestre e piscine e in generale per tutte le concentrazioni di persone al chiuso e all’aperto. Le discoteche ancora attendono una data dall’esecutivo per la riapertura, forse si introdurrà un Qr code.

Fonte: Il Sole 24 Ore