Hospitality, costi e investimenti energetici fanno lievitare i prezzi dal 5 al 30%

Quasi la metà degli albergatori è pronta a investire nell’efficienza energetica della struttura. Ma anche ad aumentare i prezzi dal 5 al 30%. Sono alcuni dei risultati dell’indagine Hospitality – Previsioni 2023,a cura di World Capital, in collaborazione con Nomisma, sulle “Intenzioni di investimento e strategie immobiliari di operatori alberghieri ed extralberghieri italiani”. Con il 55% degli operatori alberghieri ed extra-alberghieri intervistati, che afferma che, nel 2022, il tasso di occupazione delle camere della struttura alberghiera è stato dal 60% a oltre l’80%, si conferma la ripresa del settore turistico. Per il 77% degli operatori il prezzo medio delle camere ha registrato, per lo più, valori compresi tra i 50 e i 150 euro. Tuttavia, il 63% di questi ha intenzione di aumentare il prezzo medio delle camere da un +5% a un oltre 30% come conseguenza dell’aumento del costo di gestione registrato nell’ultimo semestre dell’anno appena trascorso.

Se il 45% dice che investirà per rendere più efficiente la struttura dal punto di vista energetico, il 39% la vuole più digitale. Infine, nel solco di una tendenza che vede sempre una maggiore specializzazione e una tensione alla separazione tra proprietà e gestione delle strutture, il 32% aspira a prendere in gestione esercizi ricettivi aggiuntivi e l’8% a vendere l’immobile che possiede ma a mantenerne la gestione.

«La ricerca – ha spiegato Cristina Gentile, responsabile del dipartimento Hospitality di World Capital – mostra che l’aumento dei prezzi è legata alle difficoltà, da un lato l’uscita dalla pandemia, dall’altro l’aumento dei costi energetici e degli investimenti necessari.Ma anche che cresce l’esigenza di restare competitivi investendo sia nell’efficientamento energetico che nella digitalizzazione dei servizi. Infine – ha concluso Gentile – cresce la tendenza alla specializzazione delle funzioni e alla suddivisione delle competenze tra property e management, con un numero crescente di hotel medio-piccoli e familiari che opta per un’alienazione dell’asset e l’investimento dei capitali acquisiti nei servizi di gestione, nel loro ampliamento o nell’acquisizione di servizi aggiuntivi».

Fonte: Il Sole 24 Ore