I farmaci anti-obesità dimezzano la mortalità per tumore al colon

I farmaci anti-obesità dimezzano la mortalità per tumore al colon

L’impatto sul microambiente tumorale

I ricercatori ipotizzano che i Glp-1 riducano l’infiammazione sistemica, migliorino la sensibilità all’insulina e modifichino il microambiente tumorale, rendendolo meno favorevole alla crescita e alla diffusione delle cellule cancerose. In modelli sperimentali, queste molecole sembrano bloccare direttamente la proliferazione delle cellule tumorali e indurne la morte programmata (apoptosi), oltre a rimodellare il tessuto circostante, riducendo l’apporto di nutrienti alle cellule maligne.

«Si tratta di un effetto potenzialmente dirompente – commenta Cuomo -, ma dobbiamo ancora capire se la relazione osservata sia causale. Servono trial clinici prospettici per verificare se i Glp-1 possano davvero migliorare la sopravvivenza nei tumori correlati all’obesità».

I ricercatori hanno utilizzato lo University of California Health Data Warehouse, uno dei database clinici più estesi al mondo, per confrontare gli esiti dei pazienti oncologici trattati con e senza Glp-1. Dopo aver escluso l’influenza di fattori confondenti (età, Bmi, stadio del tumore e comorbidità), la differenza di mortalità è rimasta significativa, indicando un possibile effetto indipendente dal semplice miglioramento del metabolismo.

Gli autori invitano alla prudenza: si tratta di un’analisi osservazionale, non di un trial clinico, e dunque non prova un rapporto di causa-effetto. Tuttavia, i dati delineano una linea di ricerca promettente, soprattutto nei tumori associati all’obesità. «Stiamo assistendo a una convergenza tra metabolismo, infiammazione e oncologia – conclude Cuomo -. Se i risultati saranno confermati, potremmo trovarci davanti a una delle scoperte più significative degli ultimi anni nella medicina traslazionale».

La nuova frontiera della farmacologia metabolica

La scoperta di Ucsd si inserisce in un contesto scientifico e industriale in piena trasformazione: negli ultimi anni i farmaci Glp-1 sono diventati un caso globale dimostrandosi multifunzionali, con benefici su organi e sistemi diversi. Studi hanno dimostrato che in pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica la semaglutide riduce del 24% il rischio di eventi renali maggiori, e che esiste una relazione causale tra l’uso della semaglutide e la riduzione del consumo di alcol nei pazienti con disturbo da uso di alcol. I farmaci incretinici avrebbero anche benefici cardiovascolari importanti.

Fonte: Il Sole 24 Ore