I ragazzi del carcere minorile di Nisida protagonisti del Festival

Con il monologo di Francesca Fagnani i ragazzi del carcere minorile di Nisida diventato protagonisti del festival di Amadeus & Morandi. «Ci sono parole che per arrivare sul palco di Sanremo devono abbattere cancelli e muri, come queste che arrivano da ragazzi che non cercano la nostra pena, perché non saprebbero che farsene», ha esordito la giornalista televisiva, conduttrice di “Belve”. E ha aggiunto: «Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia e vuoto, hanno 18 anni e lo sguardo perso o sfidante, chiedono aiuto senza sapere quale. La scuola l’hanno abbandonata, ma nessuno li ha mai cercati, non la preside né gli assistenti sociali, né le madri o i padri che quando c’erano non ce l’hanno fatta».

Mare Fuori all’Ariston

E all’Ariston si torna a parlare delle loro storie con la presentazione della terza stagione della fiction Rai Mare Fuori (seconda parte). In occasione della quarta serata del festival della canzone italiana, gli attori del cast cantano insieme la sigla ‘O Mar For, scritta dal compositore Stefano Lentini, in collaborazione con Matteo Paolillo e Lorenzo Gennaro, alias Lolloflow. “Manno miso o’ fierr’ ‘n man’ ..E mann’ ditto “spar’!! | Napule ‘a cca’ ddint’ par’ assaje luntana | Tutt’ ‘e juorne penso “c’agg’ fatt’ ‘e mal’? Tutt’ ‘e juorne pens’ ‘o mar’ (pens’o’ mar’)”, è il rap dei giovani attori, tra cui proprio Matteo Paolillo, con Valentina Romani, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Massimiliano Caiazzo.

I ragazzi di Nisida nel podcast del Sole24ore

Ma la voce dei ragazzi reclusi nel penitenziario di Napoli l’abbiamo ascoltata già due anni fa nel podcast prodotto dal Sole24ore “I ragazzi di Nisida”. Una serie in 8 episodi che racconta le loro vite interrotte, ricostruite, un pezzo alla volta, nel corso di un laboratorio di scrittura, realizzato all’interno della struttura penitenziaria. A coordinarlo la docente Maria Franco con la collaborazione di un gruppo di scrittori e autori di teatro. E il supporto della direzione dell’istituto, guidato da Gianluca Guida.

La parola come tramite di speranza

Stupore, speranza, paura, fiducia, fratellanza, rabbia, malattia (e guarigione), sono i concetti chiave sui quali, attraverso ricordi, riflessioni, emozioni e piccoli componimenti, i ragazzi di Nisida tentano di liberarsi del peso insostenibile di colpe spesso troppo grandi. E non sempre attribuibili tutte a loro. La parola è un tramite verso la speranza. E cos’è la speranza dentro un carcere minorile? Di quali desideri si nutre? Come fanno gli educatori a riaccenderla nei cuori spezzati dei ragazzi di Nisida? «A volte basta provare a fare cose nuove: scrivere una storia, ad esempio. O disegnarla è un primo passo», spiega la scrittrice Sara Bilotti, che ha curato la storia al centro dell’episodio 8. Mentre lo scrittore Antonio Menna parla (e scrive) ai giovani detenuti affrontando il tema della rabbia, la rabbia già esplosa, quella trattenuta e le sue conseguenze dannose: l’ostilità, l’aggressività, la violenza. Un argomento che ci porta a esplorare storie, territori e nuovi modelli di umanità. L’episodio del podcast è il numero 4. Ma vale la pena riascoltarli tutti, per sentire – e comprendere — il “mare fuori” e il mondo dentro.

Fonte: Il Sole 24 Ore