I servizi Pa a portata di Spid complicano la vita agli studi

Spid e gestionali di studio : dialogo difficile
Che i problemi esistano lo confermano anche da Assosoftware: «Pur condividendo la necessità di utilizzare un unico sistema di identificazione online valido per tutta la Pa -afferma il direttore Roberto Bellini – al momento esiste l’impossibilità per il professionista o per l’impresa di autenticarsi con Spid e trasmettere i dati in modo massivo direttamente dai software gestionali. Una criticità che si potrebbe risolvere con l’autenticazione effettuata attraverso certificati digitali».

Oppure ricorrendo alle porte di dominio. Questa è la soluzione individuata dai consulenti del lavoro, che hanno quotidianamente a che fare con i servizi digitali di Inps, Inail, ministero del Lavoro e agenzia delle Entrate. «Si tratta di un’interfaccia – spiega Francesco Duraccio, vicepresidente del consiglio nazionale della categoria – che già utilizziamo per l’Inps e l’Inail e che consente, una volta entrati con Spid, di associare l’utenza alla nostra qualifica professionale e, dunque, ci permette di navigare nelle sezioni dei siti riservati ai professionisti e di fare tutte le operazioni anche per conto dei clienti. L’Agenzia delle Entrate ci ha detto che è pronta ad adottare il sistema e anche il ministero del Lavoro si sta adeguando. Resta, però, il problema delle multiutenze, così da continuare a consentire anche ai nostri collaboratori di svolgere determinate operazioni online».

Il d-day delle nuove credenziali

La scadenza

Da ieri tutte le pubbliche amministrazioni – un bacino di circa 23mila soggetti – devono garantire l’accesso ai propri servizi online attraverso Spid, ovvero l’identità digitale, e la carta di identità elettronica (Cie). Possono, inoltre, continuare a essere utilizzate anche le carte nazionali di servizi, che in larga parte coincidono con la tessera sanitaria abilitata come credenziale di accesso.

Il quadro normativo

A prevedere l’opera di pulizia nei sistemi di ingresso ai servizi della Pa è il Cad, il codice dell’amministrazione digitale (Dlgs 82/2005), come modificato dal decreto legge Semplificazioni (Dl 76/2020). In particolare, è l’articolo 64 del Cad ad aver stabilito la data del 28 febbraio 2021 come termine ultimo per l’adeguamento a Spid e Cie da parte delle pubbliche amministrazioni. I cittadini potranno utilizzare le attuali credenziali fino al 30 settembre. Da quel momento l’accesso ai servizi della Pa avverrà solo con Spid, Cie o la carta nazionale dei servizi.

I professionisti e le imprese

La scadenza di ieri non coinvolge in maniera diretta i professionisti e le imprese, perché sempre l’articolo 64 del Cad prevede che sia un Dpcm o un decreto del ministro dell’Innovazione a stabilire la data dalla quale i servizi della Pa saranno accessibili solo con Spid, Cie o carta nazionale dei servizi anche da parte di professionisti e aziende. Resta il fatto che diverse categorie hanno già segnalato alcune criticità a cui prestare attenzione in fase di predisposizione del decreto perché non venga penalizzato l’attuale dialogo online con la Pa.

Fonte: Il Sole 24 Ore