Il Bad Moos Resort punta su benessere e nuove suite per celebrare i 50 anni

Tra i patrimoni d’Italia ci sono anche alcuni alberghi storici a conduzione famigliare, strutture che con il tempo, spesso, hanno guadagnato fascino. Si trovano in tutto il Paese, e sono particolarmente concentrati nelle zone con una lunga tradizione turistica, come l’Alto Adige, zona che nell’ultimo decennio ha avuto un rilancio anche a livello internazionale, negli Stati Uniti come in Oriente, grazie all’attrattiva delle Dolomiti, ma anche di hotel allo stato dell’arte, con buon cibo e Spa di alto livello.

Un trend senz’altro duraturo anche in epoca post pandemia, ora che le attività all’aperto e l’estate in montagna hanno dimostrato i loro positivi effetti contro il Covid e per il benessere in generale. Tra i traguardi degli hotel storici ricorre quest’anno il cinquantesimo compleanno del Bad Moos Dolomites Spa Resort, aperto nel 1971 grazie alla lungimiranza di Erwin Lanzinger che aveva capito le potenzialità dell’incontaminata Val Fiscalina, in Alta Pusteria, ed è stato un pioniere delle settimane bianche, offrendo il soggiorno insieme all’abbonamento agli impianti di risalita.

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Una costante vocazione salutista

L’albergo, che all’epoca si chiamava Sport & Kurhotel perché sorgeva nella zona termale dei “Bagni di Moso” – con una sorgente sulfurea ricca di rari sali minerali, nota già dal ’600 -, ha sempre mantenuto una vocazione salutista, accentuandola a ogni ampliamento e restyling, anche nell’ultimo: quando riaprirà, il prossimo 4 giugno, si presenterà con camere nuove, arredate sempre con gusto alpino ma più contemporaneo.

Come spiega Evi Oberhauser, compagna del proprietario e da quando lui è scomparso sei anni fa anche direttrice, propongono una vacanza di relax e wellness completo, che comincia da una sana alimentazione, leggera e genuina, con ingredienti e vini altoatesini, e si completa alla Spa Termesana di 2500 metri quadrati, i cui programmi mirano al rafforzamento del sistema immunitario e alla disintossicazione, grazie a erbe alpine, al movimento e all’acqua della sorgente sulfurea privata, l’unica termale dell’Alto Adige.

Spa in sicurezza con filtri e distanziamento

Alla tranquillità contribuiscono anche i protocolli di sicurezza, dalla sanificazione con prodotti dall’effetto antibatterico e antivirale alla riorganizzazione delle aree comuni per consentire la distanza di almeno 2 metri tra le persone, alla pulizia della piscina: l’acqua è purificata con filtri a sabbia e cloro fatto in casa con sale e acqua potabile, ed è trattata con raggi ultravioletti e ozono per garantire l’eliminazione del 99,9% dei germi.

Fonte: Il Sole 24 Ore