Il lavoro agile passaggio obbligato per il worklife balance

Si tornerà a lavorare in ufficio, ma nella maggior parte nei casi non sarà più come prima. Cambieranno infatti gli spazi e cambierà l’organizzazione stessa del lavoro, in particolare nelle grandi aziende che operano nel campo dei servizi. Il modello ibrido, in parte in presenza e in parte da remoto, è la soluzione che andrà per la maggiore e pone al management l’imperativo di superare gli effetti negativi che la Covid 19 ha lasciato qua e là: persone sempre più sotto pressione, spesso stressate e insoddisfatte, che pagano in molti casi l’incapacità della propria azienda di sganciarsi da modelli operativi statici e obsoleti.

La ricetta per superare questa impasse? Luciano Attolico, fondatore e Ceo della società di consulenza e formazione Lenovys e uno dei massimi esperti europei di lean thinking, ha illustrato la sua ricetta in un nuovo libro (“Strategia lean lifestyle – Lavorare e fare impresa con più risultati, agilità e benessere”, edito da Hoepli) in cui spiega i cardini dello stile di vita da adottare, dentro e fuori i confini aziendali, per vincere la sfida del “new normal”.

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L’evoluzione del lean thinking verso il lean lifestyle è il punto focale del cambio di approccio a cui sono chiamate le organizzazioni. La strategia operativa (mutuata dal mondo automotive) che prevede di eliminare gli sprechi trasformando il modo di realizzare prodotti e servizi deve necessariamente fare un passo in avanti perché, come ricorda Attolico, sono cambiate in corsa le regole del gioco.

Da una parte l’aumento esponenziale dell’invasività di e-mail, telefonate, riunioni e webinar all’insegna di un’interconnessione che non conosce barriere; dall’altra il fatto che molti lavoratori si sono assuefatti a un modus operandi in cui si sono consolidati comportamenti iperattivi e iper-frammentati, ed è particolarmente faticoso mantenere la lucidità e la concentrazione necessaria nelle attività che contano davvero.

L’effetto scaturito dall’acutizzarsi di queste tendenze non è ovviamente positivo: le persone, e quindi le aziende, non riescono ad esprimere il loro massimo potenziale possibile e coniugare risultati e benessere resta un’utopia. La soluzione per evitare inefficienza e demotivazione diffusa, secondo Attolico, parte dal mettere in sicurezza la vita lavorativa e privata delle persone, definendo piani di formazione che agiscano a livello di consapevolezza dei problemi e degli effetti causati dalle attuali modalità di lavoro e piani di apprendimento di metodi e strumenti di lavoro agile. A questi piani devono seguire progetti individuali e di team, supportati da un mentoring specifico, che consentano di passare all’azione e di monitorare con appositi indicatori il miglioramento dei risultati (aziendali e personali) ottenuti.

Fonte: Il Sole 24 Ore