Il nuovo ecosistema del lavoro: famiglie, scuole e imprese alleate del talento

A tutti noi è stato chiesto, almeno una volta nella vita, “cosa vuoi fare da grande?”. Non importa a quanto risalga il nostro ricordo, resta il fatto che dare risposta a qualcosa di così importante relativa al futuro appare tutt’altro che scontato. Non si tratta solo di una questione individuale, si tratta di un problema sempre più di sistema. Dietro al concetto di futuro, soprattutto pensando alle nuove generazioni, possono assumere un ruolo determinante almeno tre attori che, in momenti differenti della vita delle persone, hanno una responsabilità nel supportare il giovane ad avere una maggiore chiarezza rispetto alle decisioni che potrà prendere in relazione al proprio percorso formativo e professionale.

I tre alleati del talento sono le famiglie, le scuole (di ogni ordine e grado) e le imprese. Tutte e tre hanno una loro centralità e spesso una loro indipendenza, a volte una vera autoreferenzialità che le porta ad agire e a pensare di essere tra loro soggetti senza alcun bisogno di interconnessione. Se provassimo ad accoppiare gli alleati tra loro potremmo trovare senza dubbio delle connessioni interessanti e scontate; le famiglie infatti nella vedono nella scuola un interlocutore necessario per il futuro e, viceversa, le scuole vedono nelle famiglie il primo e forse unico stakeholder di riferimento, anche a causa di una sempre più forte pressione legata alle performance in termini di iscritti attesi.

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Anche tra scuole e imprese esiste, in un certo senso, una connessione: con maggiore frequenza le imprese si avvicinano alle istituzioni scolastiche chiedendo competenze specifiche e coinvolgendo studenti; con più fatica, le scuole si avvicinano alle imprese, basti pensare al poco interesse, per così dire, che ha generato l’ultima riforma della scuola in cui si è cercato di istituzionalizzare il concetto di alternanza tra scuola e lavoro.

Le scuole che non prevedono uno sbocco professionale diretto, i licei in particolare, sembrano ancora poco attratte dalla costruzione di una concreta interconnessione con il mondo delle imprese. Proprio su quest’ultimo aspetto occorre riflettere. Le imprese ad oggi sono viste come l’ultimo terminale di un processo a cui tutti, prima o poi, tendono ma che con difficoltà viene coinvolto o sa coinvolgersi in un confronto continuativo e non finalizzato ad un obiettivo specifico con famiglie e scuole nell’ambito di una progettualità del futuro.

I tre soggetti oggi faticano a parlarsi contestualmente tra loro e sono separati da una dimensione temporale che sembra infinita, soprattutto agli occhi delle famiglie nei confronti dell’impresa, ma in realtà sempre più frequentemente hanno la necessità di avvicinarsi. La frattura temporale oggi non esiste o, meglio, ha una valenza attenuata. La mobilità sociale e la nascita di una nuova famiglia è sempre più influenzata dall’attrattività del territorio e dal tessuto produttivo ed economico e tale scelta indirettamente ricade sul futuro dei figli di una qualsiasi nuova famiglia.

Fonte: Il Sole 24 Ore