Il primo edificio «adattivo» convince gli investitori: il crowdfunding chiude prima

Si è conclusa con successo la campagna di crowdfunding di Condivivere.casa, il nuovo progetto di sviluppo immobiliare di basato sul concetto di housing adattivo ideato dall’architetto Joseph di Pasquale, progettista e cofondatore di Condivivere.casa. La campagna, si legge in una nota, ha raggiunto e superato ampiamente l’obiettivo dei 400.000 euro corrispondenti alla soglia per l’attivazione del finanziamento del progetto, raccogliendo oltre 511.300 euro. Un traguardo tagliato anticipatamente rispetto ai tempi previsti grazie all’andamento positivo delle sottoscrizioni sulla piattaforma per investimenti in equity crowdfunding MamaCrowd, che ha permesso alla newco Soffredini 75 S.r.l di chiudere ufficialmente la campagna al fine di avviare le attività di valorizzazione dell’immobile acquisito.

L’importante risultato ottenuto è indice di curiosità e apertura degli investitori ad un concetto di abitare innovativo, generando un immaginario positivo del vivere insieme fondato su un edificio concepito come una micro-comunità urbana di prossimità, dove la disposizione e la gestione degli spazi sono concepiti e disegnati per non ostacolare le potenzialità relazionali.
Condivivere.casa nasce infatti dall’idea di un edificio che possa cambiare nel tempo adattandosi alle necessità e ai comportamenti abitativi di famiglie e singoli. Il Progetto che sorgerà in via Soffredini n.75 (Milano) prevede la demolizione e la ricostruzione di un immobile preesistente per dare vita a un edifico di sette piani per un totale complessivo di quindici appartamenti, di cui cinque “adattivi”, riconfigurabili e riorganizzabili internamente senza necessità di opere murarie grazie ad un disimpegno mobile brevettatoIl disegno del nuovo edificio include, inoltre, la realizzazione di spazi “collabor-attivi” adibiti al coworking e al tempo libero a disposizione dei residenti e dei loro ospiti, in conformità all’idea di una casa disegnata per incentivare alla socialità, assecondando i nuovi bisogni degli inquilini e adattandosi ai cambiamenti della loro vita.

«Poter disporre nelle grandi città di una casa adattiva, e cioè che si modifica, si estende, si riduce, si riorganizza seguendo le necessità che cambiano nel tempo, consentendo ad esempio alle giovani coppie di poter immaginare di crescere senza l’ostacolo di dover cambiare casa, quartiere e abitudini, oppure ad una coppia senior di riorganizzare la propria casa riducendola per mettere a reddito lo spazio non più utilizzato – ha affermato l’architetto Joseph di Pasquale – penso sia un contributo importante per la qualità abitativa, per incentivare la natalità e l’integrazione multi generazionale, e per il radicarsi delle relazioni di prossimità nella vita di quartiere».

Fonte: Il Sole 24 Ore