Il superamento di 40mila euro di reddito fa venir meno l’aiuto
L’erogazione del bonus per le lavoratrici madri sarà effettuata direttamente dall’Inps, ma i requisiti di accesso richiedono un’azione informativa e una corretta stima dei redditi per evitare esclusioni o revoche del beneficio.
I datori di lavoro possono fornire alle lavoratrici dipendenti le informazioni necessarie sulle condizioni e sulle scadenze per presentare la domanda. Possono anche collaborare – ove la lavoratrice non abbia altri rapporti – alla stima del reddito presunto 2025, utile per verificare il rispetto del limite di 40mila euro annui.
Questo conteggio, basato sulle voci retributive e sul calendario di lavoro, non genera responsabilità diretta per l’impresa ma costituisce una buona prassi gestionale: un sostegno informativo che garantisce trasparenza e correttezza.
Il superamento del tetto dei 40mila euro annui comporta, infatti, la decadenza dal beneficio e il recupero delle somme percepite dalla lavoratrice, anche se, a oggi, l’Inps non ha fornito istruzioni per l’eventuale recupero. È, quindi, opportuno che consulenti e uffici delle risorse umane avvertano le lavoratrici sui rischi derivanti da cumuli di redditi, straordinari o nuovi rapporti che potrebbero far superare la soglia (magari con una circolare da diffondere in azienda).
Il contributo destinato alle lavoratrici madri – 40 euro per ogni mese o frazione di mese di attività nel 2025 – è dovuto anche in caso di cessazione anticipata del rapporto, ma solo pro quota per i mesi di effettivo servizio. In queste circostanze, il datore può fornire l’indicazione del periodo utile ai fini del calcolo, agevolando la compilazione della domanda.
Fonte: Il Sole 24 Ore