Il turismo enogastronomico triplica in 5 anni ed entra in fabbrica: gli appuntamenti d’autunno

L’esperienza più consolidata è quella di made in Torino. Tour the Excellent, nato nel 2005 come progetto di turismo industriale su proposta della Camera di commercio e gestito da Turismo Torino e Provincia, oggi coinvolge una sessantina di imprese di vari settori merceologici (come l’automotive e l’aerospaziale) che finora hanno accolto 32.900 visitatori, tra singoli e gruppi. Ed è il food a fare da traino sia come numero di imprese coinvolte (come Lavazza, Guido Gobino e Caffarel) sia come presenze, visto che rappresenta il 45% degli ingressi. L’alimentare è stato scelto come capofila anche per Imprese Aperte, il progetto pilota avviato dall’associazione “Parma, io ci sto!” e dall’Unione Parmense degli Industriali per valorizzare le aziende della food valley. Sono una decina (come Parmalat, Rizzoli Emanuelli, Fratelli Galloni e Agugiaro & Figna) che offrono visite guidate gratuite.

Dal Piemonte alle Marche

Fileni, Varnelli, Umani Ronchi e Paoletti sono alcuni dei nomi di spicco del food&beverage marchigiano che hanno aderito a Visit Industry Marche, il progetto co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale per le imprese culturali creative, che ha messo in rete aziende, servizi ed enti locali dell’intera regione, costruendo sette itinerari che abbinano la visita alle realtà produttive con la scoperta delle bellezze naturali e artistiche della regione. «Il progetto è stato lanciato appena prima della pandemia e accolto con entusiasmo, ma il Covid ci ha costretto ad annullare molte prenotazioni, per cui nel 2020 le presenze sono state limitate – spiega Alessandro Carlorosi, direttore dell’associazione Paesaggio Eccellenza, uno dei registi dell’iniziativa –. Ora stiamo ricevendo molte richieste e abbiamo già diverse prenotazioni per l’autunno».

L’opportunità di entrare in uno stabilimento sembra suscitare un interesse maggiore rispetto alle principali attrazioni turistiche, com’è emerso da uno studio dedicato al sentiment sul web effettuato da The Data Appeal Company – Travel Appeal. «L’analisi ha riguardato le Marche ma credo che possa essere estesa a molti altri territori che hanno una forte identità a vocazione produttiva», prosegue Carlorosi. Anche i risultati per le aziende sono interessanti, come ha rivelato il cruscotto di valutazione realizzato da Visit Industry Marche per misurare il costo/beneficio delle visite d’impresa. Le ricadute positive non riguardano solo l’aspetto commerciale ma anche il ritorno sull’immagine aziendale, sulla sua visibilità e sui suoi dipendenti.

Ricco calendario autunnale

«L’enogastronomia sarà il motore che farà ripartire il settore» ha detto Alessandra Priante, direttrice per l’Europa dell’Unwto, l’agenzia specializzata dell’Onu. E settembre sarà un bel banco di prova, visto che dà inizio all’”alta stagione” del turismo del gusto. Si inizia l’ 11-12 settembre con il Festival del Prosciutto di Parma, che prevede anche visite nei salumifici, e con Acetaie Aperte (26 settembre), manifestazione consolidata e apprezzata (10-15mila presenze per edizione) che coinvolge una trentina di produttori di Aceto balsamico Dop e Igp nel modenese. Sono stati 5mila i visitatori che nel 2020 hanno aderito a Caseifici Aperti, la manifestazione annuale (quest’anno in programma l’11 e il 12 settembre, ndr) che consente di vedere dal vivo la produzione del Parmigiano Reggiano e di partecipare a tante attività in una trentina di produttori. «È un evento fondamentale per trasmettere i valori distintivi della nostra filiera» spiega il presidente del Consorzio di tutela, Nicola Bertinelli . Oggi, infatti, grazie alla Parmigiano Reggiano Experience, in ogni momento dell’anno si può prenotare online la visita a un caseificio. Un’opportunità che piace, visto che, nel triennio 2017-2019, le visite sono aumentate del 54%, coinvolgendo 168mila turisti, per il 61% stranieri.

In forte aumento sono i pacchetti di esperienze per foodies proposti in modo strutturato da alcune province (come Make in Brescia) o regioni, come il Friuli Venezia-Giulia, che ha messo in catalogo oltre 150 esperienze a tema lungo la Strada del Vino e dei Sapori. Anche una meta top come la Toscana sta rimodulando il suo approccio al gastroturismo. Prova ne è il rinnovamento di Vetrina Toscana, il progetto riconosciuto come best practice dalla Commissione Europea, che oggi conta su una rete di oltre 300 produttori, 320 botteghe e 1.000 ristoranti.

Fonte: Il Sole 24 Ore