Imprese digitali: i numeri, le tecnologie e i casi di eccellenza

Il mondo nuovo

Se da un lato vi sono Pmi che approfittano delle nuove tecnologie per fare evolvere i propri modelli di business e rafforzare la propria competitività internazionale, esiste un’altra categoria di Pmi in grado di trarre evidente beneficio da questa evoluzione. Si tratta dalla platea, ogni giorno più ampia, di start up e aziende innovative che offrono servizi, applicazioni e prodotti in questo settore, un nuovo indotto che si aggancia in modo diretto alla diffusione della digitalizzazione.

Tra produttori di stampanti o polveri 3D, integratori di processi per la connessione delle macchine in retrofit, fornitori di software o di sistemi di tracciamento Rfid. O ancora, realtà che lavorano a soluzioni Fintech (lo sconto dinamico, la piattaforma di cessione dei crediti) o che sviluppano algoritmi di intelligenza artificiale.

Un esempio nitido in questo senso è la lombarda Mipu, nata nel 2012 per iniziativa di Giulia Baccarin e impegnata nella manutenzione predittiva. Oggi l’azienda ha una settantina di addetti, altri 43 entreranno entro fine 2023, i ricavi 2022 sono in rotta per i dieci milioni di euro, uno scatto a doppia cifra che prosegue anno dopo anno.

Grazie ad applicazioni che puntano a dotare i clienti di nuovi strumenti previsivi, ad esempio per abbattere i consumi di energia, oppure prevedere le onde di piena e calibrare al meglio il funzionamento di un impianto idroelettrico, o ancora fermare una macchina per tempo grazie all’analisi delle vibrazioni (è accaduto di recente ad una industria farmaceutica) prima che un cuscinetto usurato potesse generare un costoso stop produttivo.

Lavoro aggiuntivo c’è inoltre per chi opera nel mondo 3D. Roboze, produttore di stampanti per materiali compositi e superplastiche basato a Bari ma con ricavi che quasi interamente sono realizzati grazie a clienti internazionali, sta sperimentando una crescita della domanda legata ad un fenomeno nuovo. Non più e non solo clienti che intendono realizzare prototipi o pezzi finiti per uso proprio ma anche partner che offrono una sorta di magazzino virtuale, soggetti che rendono disponibile la capacità produttiva delle macchine per realizzare pezzi ad hoc. Il cliente finale, invece di preoccuparsi di logistica e capitale circolante, può così gestire la produzione on demand, spedendo semplicemente un file per la produzione dell’oggetto richiesto.

Solo due esempi, di un universo ampio che trae ogni giorno nuova linfa dal basso, perché l’area allargata dell’Ict si conferma terreno fertile per la crescita di nuove iniziative, come evidenzia l’ultimo monitoraggio effettuato da Infocamere insieme ad Anitec-Assinform, associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende del settore.

Progresso visibile nei numeri, con l’Ict a sfiorare le 7.800 unità (+16,3% rispetto al periodo pre-Covid), il 49% del totale delle start up e Pmi innovative. Con le crescite maggiori visibili proprio nello sviluppo della digitalizzazione: tra intelligenza artificiale, blockchain, cybersecurity, e digital solutions.

Fonte: Il Sole 24 Ore