Influenza aviaria in Francia: a rischio allevamenti e produzione di foie gras

E’ allarme tra i produttori francesi di foie gras per la diffusione dell’influenza aviaria. Sono 264 i focolai censiti negli stabilimenti francesi, secondo i dati confermati dal ministero dell’Agricoltura, la stragrande maggioranza dei quali concentrati nel sud-ovest nella zona dei Pirenei, il principale polo produttivo del fegato d’oca.

La maggior parte dei focolai si trova nelle Landes, che conta circa 800 allevamenti di palmipedi (soprattutto anatre). Gli altri focolai sono concentrati nel Gers e nei Pyrénées-Atlantiques e Hautes-Pyrénées. Sono stati identificati altri dodici focolai, al di fuori dell’area di sud-ovest, concentrati nei cinque dipartimenti di Haute-Corse, Vendée, Deux-Sèvres, Corse-du -Sud e Yvelines. Alcuni casi sono stati riscontrati tra la fauna selvatica. Per contenere questa epizoozia, che ha continuato a progredire dalla sua prima apparizione in un allevamento ai primi di dicembre, le autorità sanitarie sono impegnate in una campagna di macellazione concentrata sul pollame contaminato ma anche, preventivamente, sui capi allevati entro un perimetro di cinque chilometri dai focolai. A oggi, secondo il ministero “1,116 milioni di esemplari di pollame, principalmente anatre, sono stati macellati nel sud-ovest per ordine dell’amministrazione”. Cifog, il comitato interprofessionale dei palmipedi da foie gras, ritiene che la macellazione non sia avvenuta abbastanza velocemente “da poter far fronte all’aggressività del virus” e chiede ancora una volta “il rafforzamento dei mezzi tecnici e logistici sul campo per affrontare le fonti di contaminazione”.

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L’appello del ministro: “Stop agli allevamenti all’aperto”

Il contenimento del pollame è la regola quando l’influenza aviaria minaccia di essere diffusa dagli uccelli migratori, ma una deroga consente alle aziende con meno di 3.200 palmipedi di poter continuare ad allevarli all’aperto. Il ministro dell’agricoltura Julien Denormandie ha espresso forti perplessità rispetto a questa deroga, ritenendo che tutti i produttori dovrebbero investire negli stabilimenti per tenere le anatre rinchiuse se necessario.

Fonte: Il Sole 24 Ore