Insegnanti, forze di polizia e fascia 60-79 anni, ecco per chi scatta il rinvio del vaccino

Dopo i ritardi di Pfizer e di AstraZeneca il governo è costretto a rimettere mano al piano vaccini e a rivedere gli obiettivi. A subire ritardi nella vaccinazione saranno i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.

Entro marzo 15 milioni di dosi anzichè 28 milioni

Il governo, con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, ha convocato le regioni assieme al ministro della Salute Speranza e al commisario Arcuri per aggiornare il piano vaccinale anti-Covid presentato dal ministro della Salute al Parlamento il 2 dicembre. Le prime dosi di Astrazeneca, se il vaccino avrà il via libera dell’Ema la prossima settimana, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base al piano inziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi. Una quantità che, ormai è evidente a tutti, non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto. Astrazeneca ha infatti confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione, un taglio del 60% che, hanno spiegato sia Conte sia Arcuri, per l’Italia significherebbe passare da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi. Alle quali si dovrebbero aggiungere gli 8,7 milioni di Pfizer (se l’azienda americana tornerà alle forniture iniziali) e il milione e 300mila di Moderna. Si tratta dunque di rivedere gli obiettivi, come conferma il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli: «La riduzione della capacità produttiva di AstraZeneca richiederà la rimodulazione della campagna».

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Entro marzo vaccinati sanitari, Rsa, over 80 e pazienti fragili

Si dovrebbe riuscire a centrare l’impegno prioritario, vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. In tutto quasi 7 milioni di italiani. Ma non le altre categorie: i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.

Per Astrazeneca l’incognità età: consigliato sotto i 55 anni?

C’è poi da tener conto anche di un altro elemento. Quando l’Ema darà il via libera al vaccino di AstraZeneca (tra il 27 e il 29 gennaio), bisognerà vedere che tipo di approvazione verrà data, se sarà cioè condizionata a determinati parametri di età piuttosto che di percentuale di copertura vaccinale. In sostanza se, come sembra, il vaccino verrà consigliato per la popolazione sotto i 55 anni, l’Italia dovrà individuare nuovi criteri per definire le categorie prioritarie, dando la precedenza ai più giovani.

Il governo attiva i canali giudiziari contro i ritardi

Già lunedì 25 gennaio il governo si muoverà contro Pfizer su tre canali: una diffida per inadempimento e un esposto ai pm per potenziale danno alla salute, entrambi da presentare nel nostro paese, e una richiesta a nome del governo e delle Regioni al foro di Bruxelles per inadempimento. Lo stesso iter sarà attivato anche contro AstraZeneca. Anche l’Ue vuole vederci chiaro sui ritardi e ha convocato l’azienda inglese lunedì, indicando due obiettivi: avere un programma chiaro che consenta di pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.

Fonte: Il Sole 24 Ore