Isole Salomone, rivolta e saccheggi: l’Australia invia i militari

Sempre più alta la tensione nelle Isole Salomone: l’Australia invierà forze militari di peacekeeping, secondo quanto annunciato dal premier Scott Morrison, dopo due giorni di violente rivolte che hanno minacciato di rovesciare il governo locale. «Il nostro scopo è fornire stabilità e sicurezza», ha detto Morrison precisando di aver ricevuto una richiesta di aiuto dal primo ministro delle Isole Manasseh Sogavare. La situazione è incandescente: diversi edifici sono stati dati alle fiamme a Honiara, la capitale delle Isole Salomone, riferiscono numerosi testimoni, e migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto la Chinatown della città, chiedendo le dimissioni del primo ministro.

Testimoni e media locali fanno sapere che una folla che ha sfidato il coprifuoco, imposto in seguito ai disordini del giorno prima, per scendere in strada. Le riprese in diretta hanno mostrato edifici in fiamme e un denso pennacchio di fumo nero che si alzava sopra la capitale. «Ci sono folle in movimento, il clima è molto teso», ha detto all’Afp un residente di Honiara, mentre i media locali hanno riferito di saccheggi. La polizia ha usato gas lacrimogeni. Poco prima il premier delle Isole Salomone, Manasseh Sogavare, ha affermato che i responsabili «saranno assicurati alla giustizia. Nessuno è al di sopra della legge, queste persone dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni».

Centinaia di persone che chiedevano le dimissioni di Sogavare hanno marciato nuovamente verso il parlamento, bruciando una vicina capanna di paglia prima di trasferirsi nella Chinatown di Honiara, incendiando una stazione di polizia e saccheggiando negozi prima che la polizia sparasse gas lacrimogeni per disperdere la folla. Sogavare aveva ordinato un coprifuoco immediato in tutta Honiara. «Il blocco di 36 ore consentirà alle forze dell’ordine di indagare a fondo sugli autori degli eventi di oggi e di prevenire ulteriori distruzioni illegali di proprietà», ha affermato in una dichiarazione.

Secondo quanto riferito, le violenze hanno coinvolto un gruppo di manifestanti che questa settimana si sono recati a Honiara dalla vicina isola di Malaita per protestare contro la decisione di modificare le alleanze diplomatiche da Taiwan alla Cina, presa nel 2019. i disordini hanno coinvolto in particolare il quartiere di Chinatown a Honiara.

Fonte: Il Sole 24 Ore