La nuova Photography Gallery inaugura con due mostre

La nuova Photography Gallery inaugura con due mostre

A conferma della vitalità e della volontà di proporsi sempre più come un hub per l’arte visiva, strategicamente collocato in prossimità del margine che separa nord e sud del mondo, la Sharjah Foundation ha inaugurato l’8 novembre scorso due mostre fotografiche, una storica e l’altra contemporanea, nel nuovo spazio dedicato a questa pratica artistica: la Photography Gallery in Al Manakh, Sharjah City.

Una raccolta di memorie

L’esposizione permanente “Photographic Encounters along the Gulf Coasts” propone 165 fotografie e documenti di archivio provenienti dalla collezione di Sua Altezza lo Sceicco Dr Sultan bin Mohammed Al Qasimi, sovrano di Sharjah, in gran parte diapositive su vetro che datano dalla fine del XIX secolo ai primi decenni del XX, raffiguranti luoghi (gli Emirati, Muscat, Aden e altri ancora) e attività commerciali (soprattutto pescatori e artigiani) lungo le coste del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano.

La mostra si presenta come una raccolta di reperti di cui in realtà sono incerti gli autori come le date e sovente anche il luogo esatto dove l’immagine venne realizzata, oggetti passati di mano in mano con titoli e scritte apportate dai diversi proprietari, divenendo essi stessi conduttori di storie e di memorie. È proprio questo il tratto caratteristico della collezione, il tentativo di ricomporre attraverso fotografie storiche la narrazione della regione del Golfo Persico, esplorando schemi coloniali e postcoloniali di produzione e diffusione della conoscenza.

Sessant’anni di modernizzazione

A questa esposizione – esempio illuminato di quanto sia necessario indagare il passato per comprendere e tradurre il presente, esercizio delegato alla fotografia che trascende in questo caso il suo primario significato di documento – si affianca la mostra “Image Keepers” fino al 26 aprile, con oltre 50 opere fotografiche in vari formati dalle collezioni della Sharjah Art Foundation, dai ritratti in studio alle installazioni multimediali prodotte da 17 artisti e collettivi. Ispirata all’opera intitolata “Gardiennes d’images” del 2010 – realizzata da Zineb Sedira, artista che nel suo lavoro celebra il ruolo delle donne come custodi della memoria personale e culturale – “Image Keepers” esplora il tessuto sociopolitico degli ultimi sessant’anni sullo sfondo dei processi serrati e sovente incrinati di modernizzazione e decolonizzazione dei Paesi nordafricani e mediorientali, sino a lambire l’Africa centrale e l’Asia Meridionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore