La Russa: «Iter spedito per la professione forense»

La Russa: «Iter spedito per la professione forense»

Il disegno di legge per la riforma della professione forense approvato a settembre dal Consiglio dei ministri, e ora al vaglio del Parlamento, «arriverà certamente» a conclusione dell’iter entro la fine della legislatura. Lo ha assicurato il presidente del Senato Ignazio La Russa intervenendo venerdì 14 novembre al 28mo Congresso dei giovani avvocati dell’Aiga, spiegando che il «monocameralismo di fatto» consentirà al Ddl di transitare velocemente al Senato una volta licenziato dalla Camera.

La separazione delle carriere

I giovani avvocati intanto appoggiano la riforma della magistratura con undici argomentati “sì” . Nel giorno in cui chiude il biennio – non rinnovabile – di presidenza dell’Aiga, Carlo Foglieni dal palco della sua Bergamo condiviso con il governatore della Lombardia Attilio Fontana e il presidente della commissione d’inchiesta sul traffico di rifiuti Jacopo Morrone, non si sottrae alla domanda di rito e che sarà il mantra dei prossimi mesi. «Le nostre ragioni però sono di ordine tecnico e orientate al buon funzionamento della macchina della giustizia – dice Foglieni -. Siamo i primi a volere e a esigere una magistratura autorevole e indipendente, caratteristiche non messe a rischio da questa riforma».

Di parere opposto, poche ore prima e dallo stesso palco, era stato Cesare Parodi, presidente dell’Anm già costituita come comitato del “no” referendario. «I problemi nella giustizia esistono, ma sono molto diversi da quelli che questa riforma vuole affrontare – ha detto il magistrato -. L’esigenza assoluta che il pubblico ministero interpreti il suo ruolo secondo le regole del giusto processo va perseguita non con la separazione delle carriere ma applicando correttamente la riforma Cartabia in vigore da due anni. La riforma Nordio secondo me non è funzionale: i principi sono astratti, mentre noi dobbiamo occuparci del diritto penale in concreto».

In questo clima però, ha sottolineato Attilio Fontana, «evitare contrapposizioni con la magistratura è difficile vedendo le iniziative molto dure dell’Anm. Mi auguro che il dialogo torni a essere civile e si parli seriamente. Bisogna spogliarci dell’appartenenza a un partito o un altro perché questo è solo l’inizio di una riforma doverosa: in tutti i paesi dove vige il rito accusatorio – da noi dal 1989 – c’è la separazione delle carriere. Non succederà niente, anzi andrà meglio di prima».

Fonte: Il Sole 24 Ore