La saga di «lost» precipitata sulle montagne

Nel 1996 un’intera squadra di calcio femminile giovanile precipita in un incidente aereo. Una decina di ragazzine adolescenti, atlete ambiziose dirette verso il sogno del campionato nazionale, si ritrovano a dover sopravvivere tra le montagne dell’Ontario per 19 mesi, quando finalmente saranno salvate dai soccorritori. Ai giorni nostri, venticinque anni dopo, le loro vite hanno preso direzioni diverse ma è chiaro che tra i boschi canadesi è successo qualcosa di terribile, che tuttora le perseguita, e c’è di mezzo il cannibalismo rituale.

Yellowjackets (in Italia quasi in contemporanea con gli USA) è un mix di parecchie cose già viste, dal Signore delle mosche ad Alive a Lost. Il pensiero va a quest’ultima in particolare, per la continua alternanza tra il tempo presente e gli eventi sull’isol… ehm, sulle montagne, e soprattutto per la continua allusione a un sovrannaturale che non si manifesta mai direttamente.

Anticipazione

I tre episodi inviati come anticipazione dall’americana Showtime, va detto, sono un po’ affossati da un inizio molto lento e dal sospetto che le allusioni non si trasformeranno mai in una direzione chiara per la storia.

E tuttavia c’è qualcosa di promettente: le interpretazioni, sicuramente, in particolare quella di Cristina Ricci nei panni di Misty, sfigata a scuola e nella vita adulta, psicopatica e manipolatrice, che tira fuori la sua vera personalità proprio di fronte al pericolo mortale. Ma c’è anche il ribaltamento delle dinamiche di potere nel passaggio dalla bolla della scuola alla natura selvaggia, un’ironia diffusa che alleggerisce, e la genuina voglia di capire cosa diavolo sia successo tra quei boschi inquietanti. Un po’ nostro malgrado, ma vogliamo sapere dove si va a parare.

Yellowjackets, Ashley Lyle, Bart Nickerson, Sky Atlantic e NOW, dal 17 novembre

Fonte: Il Sole 24 Ore