L’arte torna a Piazza Affari con Deodato Gallery

Vent’anni dopo. Ma non c’è bisogno di scomodare Dumas per ricordare che dopo più di un ventennio torna a quotarsi su un mercato borsistico italiano dedicato alle Pmi una società attiva nel mondo dell’arte: Deodato Gallery, che è approdata all’Euronext Growth Milan il 25 gennaio 2023 come prima “matricola” dell’anno. Il remoto precedente era quello di Art’è, che aveva debuttato all’allora Nuovo Mercato il primo giugno 2000 con un balzo del 59,7% rispetto al prezzo di Ipo di 45 euro per azione.
Oggi il Nuovo Mercato non esiste più, sostituito dal mercato Mtax nel 2005, che a sua volta è confluito nel mercato principale di Borsa Italiana nel 2008. E non c’è più nemmeno Art’è, oggetto di delisting dal 3 gennaio 2010 a seguito della fusione con la società non quotata Codex Srl che aveva in precedenza effettuato un’Opa volontaria su Fmr-Art’è a 5 euro per azione. Ma quello che si può imparare dalla vicenda di Art’è è l’intuizione di aver proposto un accesso alle opere d’arte non più solo riservato a una facoltosa élite, ma anche al grande pubblico. La modalità scelta allora, quella dei multipli d’arte, ha però attraversato in seguito periodi di forte crisi.

La società

Del tutto differente l’approccio di Deodato Gallery, che giustamente ha deciso di non metter tutte le uova in un unico paniere. Gestisce, infatti, 14 gallerie d’arte in Italia, Belgio e Svizzera, di cui 10 a marchio Deodato Arte, due (a Milano e Roma) con il brand Wunderkammern Gallery (acquisito nel 2020 e focalizzato sulla Street Art e Graffiti Art) e tre (Milano, Stresa e Varese) con il brand in franchising Love Spot Galleries, lanciato a giugno 2022 con l’obiettivo di proporre opere “accessibili” (fino a 5.000 euro), oltre a gift shop e merchandising.

E qui si può già notare una significativa diversificazione di attività. Ma Deodato Gallery, con il brand Deodato Arte, effettua anche vendite B2b a gallerie di intere collezioni di opere d’arte e offre servizi accessori quali noleggio di opere e organizzazione di eventi artistici con i brand. Tra l’altro, è stata protagonista dell’evento per l’inaugurazione della nuova sede milanese di Integrae Sim, suo Euronext Growth Advisor, organizzando una mostra denominata “Disturb the Comfortable” con la presenza dello street artist comasco Mr. Savethewall che ha anche realizzato un’opera per il debutto in Borsa di Deodato Gallery. Non solo: in precedenza, a giugno 2022, Deodato Arte ha organizzato a Clusane d’Iseo (BS) una mostra dell’artista brasiliano Romero Britto (fondatore dell’”Happy Art Movement” nell’ambito della neo-pop art) per conto di Bellini Nautica, a sua volta sbarcata (in senso vero e proprio!) all’Euronext Growth Milan lo scorso 15 giugno. Caratteristica tipica della strategia di marketing della società, che opera nella vendita di motoscafi Riva vintage, è l’organizzazione di eventi in cui un artista contemporaneo personalizza a suo piacimento un motoscafo d’epoca “Riva Aquarama” restaurato da Bellini Nautica. Visto che non siamo più nel 2000 ma, appunto, oltre vent’anni dopo, adesso ci sono nuove modalità e nuove forme per fruire delle opere d’arte (anche perché Deodato Gallery, come è facile intuire, non è specializzata nelle opere degli Old Masters ma in arte contemporanea, con focus sui movimenti Pop Art e Street Art). Così, il gruppo si propone anche nel mondo dell’arte digitale e della realtà virtuale e, oltre a essere presente nel web con propri siti e sui principali social media (Facebook e Instagram) ha costituito nel 2019 la start-up Deodato.Tech attiva nell’ambito del metaverso, degli Nft e della formazione on-line per il mondo dell’arte. È già attivo il metaverso Deodato Island dove è possibile visitare mostre monografiche, tenere conferenze, visionare il magazzino opere e trasmettere Nft. Alcune opere d’arte sotto forma di Nft hanno raggiunto quotazioni stratosferiche, ma molte sono assai più accessibili e questo è uno dei nuovi modi con cui si può coinvolgere il pubblico retail indirizzandolo verso il mercato dell’arte, soprattutto per quanto riguarda le fasce d’età più giovani (Gen Z). Parallelamente, si tratta di un mezzo con il quale gli artisti possono farsi conoscere a un più vasto pubblico (ad esempio Mr. Sawethewall e la stessa Deodato Arte collaborano anche con la start-up delle cantine italiane nel metaverso CellarVerse), ma non bisogna dimenticare che è anche un mercato molto più aleatorio e volatile rispetto a quello delle opere d’arte “fisiche”.

Il prezzo dell’Ipo

E i numeri? Deodato Gallery si è quotata a 0,5 euro per azione, livello minimo della forchetta di prezzo indicativa di 0,5 – 0,6 euro. Al netto delle spese e commissioni di collocamento di 0,5 milioni, il ricavato netto dell’Ipo è stato di 1,7 milioni, con i quali Deodato Gallery si propone di ampliare la collaborazione con artisti già noti al grande pubblico, aprire nuove gallerie in luoghi strategici in Italia (Portofino, Corina d’Ampezzo, Firenze) o all’estero (Francia, Usa), ampliare la rete in franchising del brand Love Spot Galleries, con gallerie dirette a Milano, Roma, Napoli, Firenze e Venezia e indiretta e Varese, Lugano, Pescara, Verona e Padova. Inoltre i canali di vendita digitali saranno realizzati anche in lingua tedesca e spagnola, sarà incrementata la vendita B2b a gallerie estere, saranno offerte opere digitali (Nft) sul metaverso, ma si intende anche aggiungere al panel di opere offerte quelle di artisti storicizzati del ‘900 con il brand Deodato Modern. E non sono escluse nemmeno acquisizioni in Italia o all’estero.Un programma impegnativo e probabilmente 1,7 milioni sono pochi. Vi sono però anche i potenziali proventi dall’esercizio dei warrant che potranno dar vita a 4.299.000 nuove azioni; l’esercizio potrà avvenire nei mesi di maggio dal 2024 al 2028 a prezzi crescenti, rispettivamente 0,53, 0,58, 0,64, 0,7 e 0,77 euro per azione. La società prudenzialmente non ha finora pagato dividendi né ha previsto uno specifico pay-out per il futuro.

L’andamento

Nel primo semestre 2022 Deodato Gallery ha conseguito ricavi per 4,4 milioni, il 69,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 (5,4 milioni i ricavi dell’intero 2021). L’ebitda è balzato del 90,7% a 1,3 milioni, l’ebit del 92,1% a 1,28 milioni e l’utile netto del 34,9% a 889.000 euro; valori questi pressochè tutti allineati a quelli dell’intero 2021. La minor crescita dell’utile netto deriva esclusivamente da un’incidenza fiscale del 29% che non era presente nel primo semestre 2021. Il 96,1% dei ricavi è stato generato dalla vendita di prodotti d’arte che ha visto un balzo del 71,6%; al momento le altre linee di ricavo generano un fatturato minimo. Sono aumentate più che proporzionalmente alcune voci di costo: in particolare i costi per servizi sono più che raddoppiati da 309.000 a 671.000 euro (per lo più maggiori attività di marketing e technology e per consulenza e spese di trasferta), e quelli per godimento beni di terzi dell’87,2% a 163.000 euro per effetto delle locazioni delle gallerie in cui la società opera. Entrambe voci queste destinate ad aumentare in futuro vista la strategia di sviluppo annunciata. In ogni caso, anche prima dell’Ipo Deodato Gallery risultava patrimonialmente solida visto che al 30 giugno 2022 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 565.000 euro a fronte di un patrimonio netto di 2,2 milioni (rapporto Debt/Equity di 0,26 volte, molto contenuto).

Fonte: Il Sole 24 Ore