L’auto elettrica spinge Euro Group: «Ordini per anni, a 2,5 miliardi»

Ciclo continuo sei giorni su sette

Componenti in acciaio elettrico realizzati in modo incessante e a ciclo continuo, 24 ore su 24 dal lunedì al sabato, dedicando alla manutenzione la seconda parte della domenica, perché anche la mattina si lavora.

Situazione di quasi saturazione che spinge il gruppo ad aumentare in modo costante la propria capacità produttiva investendo in media 30 milioni all’anno. Necessari per assecondare le richieste dei maggiori costruttori mondiali: da Volkswagen a Porsche, da Daimler a Nissan, da Ford a Gm, gruppi che direttamente o attraverso i propri fornitori Tier1 scelgono di rifornirsi qui per le nuove motorizzazioni elettriche.

«Il caso eclatante è la Norvegia, con volumi ovviamente minimi, – aggiunge il Ceo – dove però ad agosto più di otto auto immatricolate su dieci erano equipaggiate con i nostri componenti. Al momento credo che la nostra quota di mercato mondiale sia vicina al 40% e noi stiamo lavorando per consolidare questa leadership».

Organico in forte crescita: + 400 addetti nel triennio

Crescita che si traduce in un ampliamento dell’organico, salito in tre anni di 400 addetti: ora il gruppo è a quota 2300, con la metà del personale concentrata in Italia, la parte restante nei siti in Messico, Usa, Cina, Russia e Tunisia. Cifra destinata a salire di un altro centinaio di unità quando le nuove linee di Bollate saranno a regime. «L’altro aspetto interessante dell’investimento riguarda il trasferimento tecnologico – aggiunge – perché per la prima volta porteremo in Italia un nuovo processo produttivo, finora presente solo in Messico e Cina».

Il futuro in effetti pare tracciato in questa direzione: se ancora nel 2016 la totalità del business era nei settori industriali più vari, ovunque sia necessario un motore elettrico o un generatore, ora l’auto arriva quasi al 40% dei ricavi, presentando inoltre i tassi di crescita più sostenuti. «Quella che vediamo – aggiunge Arduini – è un’accelerazione pazzesca. Il Covid in un certo senso ha rappresentato la svolta, facendo decollare in modo definitivo la propulsione elettrica. Il tema, per noi come per chiunque voglia operare qui, è quello della rapidità».

Fonte: Il Sole 24 Ore