Lenoci: «Taranto non è più solo inquinamento, la città sta risorgendo nel turismo»

«Taranto non è città di serie B, non è più la città inquinata di un tempo, è meta di turismo di qualità ed è vocata a obiettivi di grande respiro nazionale, come i Giochi del Mediterraneo e a progettualità legate a un mare che le costanti bandiere blu certificano ogni anno fra i più belli d’Italia». Così il presidente della sezione Metalmeccanica di Confindustria Taranto, Antonio Lenoci, a proposito del dibattito in vista della manifestazione ’Stop al sacrificio di Taranto’, organizzata dal Comitato cittadino Salute e Ambiente, il prossimo 22 maggio, nella città ionica. «Taranto ha visto la propria immagine di città operosa e ridente, affacciata su uno splendido golfo, deturpata e avvilita nel corso degli ultimi anni a causa di politiche egoistiche e miopi che hanno fatto leva su vecchi, ma reali, problemi che sono ormai, dal nostro osservatorio, in via di definitiva risoluzione», scrive nella nota facendo riferimento al «dilemma salute/lavoro, più volte riportato in questi anni da tutti i media e ancora rilanciato nei social, ovvero, il problema dell’inquinamento causato, in passato, da una gestione spregiudicata degli impianti delle fabbriche presenti sul nostro territorio».

Una nuova armonia per Taranto

«Siamo convinti che le grandi fabbriche e tutte le altre realtà economiche presenti nella nostra città e nella nostra provincia siano assolutamente conciliabili e possano prosperare insieme», sostiene Lenoci.Con riferimento allo stabilimento siderurgico, «i lavori Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) sono stati puntualmente eseguiti dall’attuale gestore dello stabilimento (Acciaierie d’Italia) e si è ormai in una fase conclusiva essendo stati completati circa il 90% dei lavori previsti, quindi in anticipo rispetto alla scadenza dell’agosto 2023», si legge ancora nella nota. «Non tutti questi interventi sono visibili – come lo è la copertura integrale dei parchi minerari dello stabilimento siderurgico, visibile a tutti perché imponente – ma questo non vuol dire che non siano stati fatti», sottolinea Lenoci. «Se siamo qui a scriverlo, è perché molte delle nostre aziende hanno diretta contezza dei lavori effettuati, avendoli svolti in appalto», dice. «Queste imprese lavorano in acciaieria da anni, hanno percorso lo stabilimento palmo a palmo e quindi conoscono la fabbrica, su cui sono intervenuti (e ancora intervengono) per far sì che gli interventi di carattere ambientale vengano effettuati con tutti i crismi e gli accorgimenti già opportunamente definiti», va avanti.

Parlare solo di inquinamento non aiuta la città

«Stiamo risorgendo. C’è ancora molto da lavorare ma ce la faremo. E continuare a raccontare la storia di una Taranto vittima solo di inquinamento non ci aiuta a risollevarci, anzi, infligge alla città un’ingiusta condanna a rimanere a vita un posto da cui fuggire», aggiunge.«Quello che vogliamo è invitare i media, come anche i personaggi televisivi che si offrono come testimonial di un solo aspetto della città, ad essere testimoni di questa rinascita. Portarli qui, per raccontare tanti altri volti che troppo spesso vengono oscurati forse perché, semplicemente, fanno meno audience», conclude il presidente della sezione Metalmeccanica di Confindustria Taranto.

Fonte: Il Sole 24 Ore