Letta: «Servono un patto di legislatura e presidente super partes, Berlusconi divisivo»

«La proposta che faccio è rivolta a tutte le forze politiche, sia ai nostri alleati, sia a coloro che hanno chiuso le porte al dialogo, scelta sbagliata: noi vogliamo riaprire le porte per il bene del Paese». Queste le parole del segretario Enrico Letta alla direzione del Pd sul Quirinale. «Proponiamo un’iniziativa che crei un patto di legislatura per completarla nei tempi naturali, fatto di tre punti: l’elezione di un o una presidente della Repubblica istituzionale, super partes, di garanzia per tutti; la scelta forte di dare energia perché i prossimi 14 mesi di governo siano efficaci in continuità ma con rinnovata energia; completare le riforme per la buona politica».

Al Quirinale serve figura di garanzia

Per quanto riguarda il Quirinale il segretario del Pd sottolinea come serva «un nome in scia con lo straordinario settennato di Mattarella. Una figura istituzionale di garanzia, super partes, non un capo politico, divisivo, ma una figura di unità». «Bisogna eleggere un presidente che domani, svolte le elezioni nel 2023, possa dare l’incarico di governo a chiunque abbia vinto le elezioni politiche. Una condizione di normalità del sistema che parte dalla scelta oggi di una personalità che sia effettivamente la personalità istituzionale super partes», ha spiegato ancora Letta. Che nel suo intervento ha sottolineato come Il centrodestra non abbia alcun diritto di precedenza da vantare nell’indicare il prossimo capo dello Stato, aggiungendo in direzione dem che sarebbe una scelta profondamente sbagliata.

Berlusconi il candidato più divisivo che ci sia

«Responsabilità è l’atteggiamento col quale ci stiamo muovendo. In tanti ci stanno dicendo: mettete in campo anche voi una candidata o un candidato. Nel momento in cui in Parlamento c’è una unione di minoranze, mettere in campo nomi significa bruciarli», avverte ancora il segretario del Pd. Che interviene poi sulla candidatura di Berlusconi al Quirinale avanzata dal centro destra bocciandola senza troppi giri di parole: «Dovremo decidere come comportarci se il centrodestra andrà avanti con la scelta profondamente sbagliata di candidare il capo politico più divisivo che possa esserci, perché ogni capo politico è divisivo, ma quando parliamo degli ultimi 25 anni – sottolinea Letta – è difficile pensare a una capo politico più divisivo di lui. È una scelta che ci ha profondamente stupito e anche deluso perché rende le cose più difficili». «Se si dovesse andare alle prime tre votazioni senza accordo – continua il leader dem – dobbiamo scegliere se andare lì votando scheda bianca con gli alleati o invece se decideremo tutti insieme di convergere su un nome. E poi dovremo decidere come comportarci se il centrodestra andrà avanti con la scelta profondamente sbagliata di candidare» Berlusconi.

Tra gli obietti del patto una nuova legge elettorale

Fra gli obiettivi del Patto per il Quirinale ci sono quelli di«limitare il fenomeno del trasformismo parlamentare, che è uno degli elementi di maggiore lontananza dei cittadini dalle istituzioni, fino alla nostra disponibilità, che abbiamo sempre dato, ad aggiustare la legge elettorale, che non è la più bella legge elettorale che potremmo avere», spiega ancora il segretario Enrico Letta aprendo la direzione Pd. «Tutte cose che necessitano di un accordo generale, che parta dalle forze di maggioranza, per rinnovare il patto di legislatura. Le sfide hanno bisogno di un largo patto di legislatura».

Proteggere Draghi e dare continuità al Governo

«Ho l’impressione che in tanti giochi politici si giochi come se potessimo permetterci di non avere come stella polare di quello che il Paese deve fare oggi: considerare che l’Italia ha una carta fondamentale, che è la credibilità di Draghi, proteggere la sua figura perché sia in grado di far sì che dia il meglio per il Paese, è fondamentale», ha poi sottolineato il segretario Enrico Letta. Che spinge perché sia garantita la continuità dell’azione di governo: «Per noi è la priorità. C’è la necessità di avere alcuni punti fermi fondamentali, primo la lotta all pandemia e allo stesso tempo il Pnnr. Il Paese non può permettersi elezioni anticipate o uno stop».

Fonte: Il Sole 24 Ore